Una settimana fa le disastrose elezioni europee: dopo circa tre giorni ho iniziato a riprendermi e a cercare di capire, con l'utilissimo “senno di poi”, le ragioni della sconfitta del M5S.
Premetto subito che non credo all'ipotesi dei brogli: il fatto che si sia votato in una sola giornata ha eliminato la maggior parte delle possibilità di sabotare le elezioni. I risultati sono stati poi troppo uniformi e diffusi su l'intero territorio nazionale per essere stati tutti manipolati. Poi, se nei prossimi giorni uscirà qualcosa di più, rispetto a semplice chiacchiere e sospetti, valuterò con calma...
I motivi della sconfitta del M5S sono numerosi e ogni attivista ha la sua teoria preferita: io mi sono scrupolosamente annotato ogni opinione per cercare di avere una visione il più generale possibile. A queste considerazioni comuni ho poi aggiunto delle considerazioni personali che, almeno dalle mie parti, ai più sono sfuggite.
Proprio a causa della pletora di cause che hanno contribuito al risultato elettorale non è facile decidere da quale iniziare. Credo però che la ragione prima della sconfitta, alla quale lo ripeto vanno però aggiunte numerose concause, sia la mancanza di cultura democratica del popolo italiano.
Si tratta di un problema del quale ho scritto più volte e in tempi non sospetti: i pezzi di riferimento sono PDI (aprile 2011) e anche Democrazia (2/3) (agosto 2011).
In breve, per cultura democratica intendo la capacità e la volontà di un elettore di informarsi attivamente (*1), di valutare oggettivamente sia i programmi che il lavoro svolto da chi ha già governato e, solo dopo aver preso in esame tutti questi fattori, decidere per quale partito votare.
Per fare tutto questo sono necessari tempo, voglia e un minimo di alfabetizzazione: è un lavoro impegnativo che, se non si ha la passione per la politica, diventa facilmente un sacrificio.
Eppure questa cultura democratica è fondamentale per permettere alla democrazia di funzionare al suo meglio. Inutile dire che in Italia di questa cultura ce n'è molto poca...
Nello specifico di queste elezioni, qual è stata la conseguenza della mancanza di cultura democratica in una grande fascia della popolazione italiana?
La conseguenza è che la decisione di chi votare non si basa su considerazioni oggettive ma è fortemente influenzata da fattori temporanei, soggettivi e superficiali. Ed è qui che entrano in gioco le altre concause...
1) i media, e in particolare la tivvù, riescono a influenzare con estrema facilità questa fascia di persone. Per farlo non hanno neppure bisogno di diffondere informazioni false: gli basta dare un particolare taglio ai servizi che propongono per influenzare con idee subliminali (*2) gli spettatori. Da questo punto di vista lo strapotere del PD rispetto al M5S è enorme. A poco vale la sporadica apparizione di Grillo da Vespa: è molto più efficace l'apparire più volte al giorno di Renzi che elargisce sorrisi e sprizza sicurezza anche senza dire niente. La pubblicità funziona così: più un messaggio viene ripetuto e più diventa credibile...
2) il messaggio del M5S era complesso: diceva che bisognava rivalutare i nostri rapporti con l'Europa (trattati, euro, etc...) per decidere quale fosse la strategia migliore da adottare per l'Italia.
Le conseguenze di questa complessità sono state varie: da una parte la grande fascia di elettori con scarsa cultura politica non l'hanno capito proprio perché esigeva da parte loro uno sforzo attivo per documentarsi; dall'altra i media hanno avuto gioco facile a stravolgerne il senso facendo passare il messaggio “Vittoria M5S = uscita dall'euro/Europa = disastro sociale/economico”.
3a) ad aggravare il problema dato dalla difficoltà del messaggio ci sono stati anche i toni e gli slogan di Grillo. Per le politiche dello scorso anno i motti erano “nessuno deve rimanere indietro”, “reddito di cittadinanza”, “né di destra né di sinistra”, “siamo una comunità”, etc... insomma tutti messaggi rassicuranti. Di quest'anno invece ricordo solo “Sono oltre Hitler!” e “Vinciamo noi!”: messaggi ancora una volta facili da strumentalizzare se tolti dal loro contesto. Il risultato di un messaggio difficile accompagnato da toni aspri e slogan minacciosi è stato ovviamente quello di impaurire chi non aveva la voglia di sforzarsi di capire (di nuovo per la mancanza di cultura democratica).
3b) contemporaneamente Renzi ha usato toni rassicuranti (“va tutto bene”) che hanno rafforzato una superficiale immagine di sicurezza. Non ha vinto per gli 80€ in sé ma per quello che rappresentavano: il piccolo passo nella direzione giusta (“le cose andranno meglio”). E ancora una volta la mancanza di cultura democratica ha giocato a suo favore perché la solita fascia di popolazione non si è preoccupata di domandarsi da dove sarebbero stati presi i fondi necessari a coprire questa regalia...
4) credo anche che la maggior parte delle battaglie combattute dai parlamentari pentastellati in Parlamento e mi riferisco in particolare alla sortita sul tetto di Montecitorio (in difesa della costituzione) e ai tafferugli per i (7,5 miliardi di euro regalati alle banche private) abbiano contribuito a rafforzare un'idea distorta del M5S, sempre ovviamente “grazie” alla solita complicità dei media, ovvero quello di una banda di fanatici, violenti e indisciplinati: altro che bravi ragazzi onesti, seri e preparati!
Il risultato è stato che, mentre l'anno scorso la solita fascia di persone senza cultura democratica nemmeno sospettava dell'esistenza del M5S, questo anno ne era terrorizzata!
5) non solo i toni e gli slogan di Grillo sono stati controproducenti ma lo sono stati anche i messaggi mandati da una minoranza di attivisti sulle reti sociali. Mi riferisco ai tanti memi, spesso troppo superficiali, di accuse (e talvolta ingiurie) ai partiti tradizionali e ai loro elettori. Nella loro eccessiva quantità hanno finito per nascondere i pochi messaggi, qualitativamente migliori e più interessanti, che avrebbero potuto migliorare l'immagine del M5S. In questo caso la “mancanza di cultura democratica” ha colpito dall'interno del movimento contribuendo ad allontanarne coloro che, pur di altri schieramenti, sarebbero stati interessati ad approfondire e cercare di capire...
Indipendentemente e parallelamente alla “mancanza di cultura democratica” hanno contribuito alla sconfitta del M5S anche i seguenti fattori.
6) la mancanza di una struttura. Attualmente il M5S viene identificato con Grillo e a ragione. La democrazia interna per varie ragioni (v. ad esempio Grana pentastellata e Grana pentastellata 2) ancora non funziona e c'è una netta frattura di incomunicabilità fra attivisti, parlamentari e Grillo. Questa mancanza di struttura provoca inefficienze e incomprensioni che minano il lavoro complessivo fatto dagli attivisti: è come se ogni gruppo tirasse una corda in direzione diversa con il risultato facilmente immaginabile...
7) soldi e attivisti. Giustamente il M5S ha restituito i cosiddetti “rimborsi” elettorali ma è anche vero che anche il singolo volantino ha un costo che per un piccolo gruppo di attivisti è significativo. Tradizionalmente il M5S sopperisce alla mancanza di denaro grazie all'impegno gratuito dei propri attivisti eppure, se da una parte si tratta di molte persone, dall'altra non sono ancora abbastanza per tutto il lavoro che c'è da fare. Entrambe queste difficoltà sarebbero enormemente minimizzate se esistesse una struttura nel M5S: in questo caso i soldi spontaneamente donati dai cittadini al movimento e non spesi per le elezioni potrebbero essere distribuiti ai vari gruppi moltiplicandone il potenziale; contemporaneamente avere dei gruppi ufficiali e riconosciuti sul territorio permetterebbe di reclutare più facilmente nuovi attivisti che, lo ripeto, sono la benzina del movimento.
8) la svolta a sinistra. Proprio nell'ultima settimana (*3) di campagna elettorale, a partire dall'evento di Firenze per concludere con la manifestazione a Roma. Il movimento, a opera di Grillo, ha fatto un'improvvisa svolta a sinistra o, perlomeno, ha dato l'idea di farla...
Lo scorso anno uno degli slogan era “non siamo né di destra né di sinistra” mentre quest'anno siamo improvvisamente diventati gli eredi spirituali di Berlinguer e del PCI. Da una parte questo non è bastato a sottrarre consensi al PD ma, dall'altra, è stato più che sufficiente ad allontanare i delusi della destra che, invece di votare per il M5S, hanno preferito astenersi.
Paradossalmente il M5S rischia di finire a sinistra del PD col risultato di rimanere condannato a stare all'opposizione.
Conclusione: in un'Italia dove una fetta significativa della popolazione non ha cultura democratica diviene fondamentale l'immagine e non le idee o le persone. L'immagine superficiale, oltretutto manipolata dalla tivvù, è ciò che decide il voto di un buon 20-25% di elettori.
Impegnarsi, mantenersi moralmente integri, proporre buone leggi è totalmente inutile se l'immagine del M5S che arriva a questa fascia di persone non cambia. Onestamente sono pessimista: avendo tutti i media contro non è facile cambiare l'immagine che viene data al movimento: certo sarebbe possibile e auspicabile fornire meno frasi o gesti troppo facilmente strumentalizzabili ma se la volontà è quella di mettere in cattiva luce troverebbero comunque (*2) la maniera per farlo...
L'unica possibilità per controbilanciare il peso dei media sarebbe quello di avere 5-10 volte più attivisti ma per raggiungere queste cifre ci vorrebbe un'organizzazione (struttura) che al momento manca...
Nota (*1): senza cioè limitarsi a subire passivamente quanto ci arriva alle orecchie ma andando a cercare attivamente tutte le informazioni che si ritengono utili e interessanti.
Nota (*2): un esempio immaginario: un servizio tivvù sulla crisi riporta una battuta di Renzi e una di Grillo; alle parole di Renzi si vede una persona che ritira dei soldi da un Bancomat mentre a quelle di Grillo un'anziana che fruga nel bidone dell'immondizia... Coscientemente il telespettatore può anche non accorgersi di niente ma inconsciamente avrà rafforzato le associazioni “Renzi = prosperità” e “Grillo = povertà”.
Nota (*3): e questo potrebbe spiegare la discrepanza fra gli ultimi sondaggi e i risultati ufficiali...
Politicizzazione (s.f.)
1 minuto fa
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