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sabato 28 giugno 2014

La fine della democrazia

Che la democrazia funzionasse poco e male l'avevo già scritto molte volte (PDI o Democrazia (1/3), etc...) e non sono né il solo né il primo (v. Oltre i conFini o Democrazia Economist-a) a pensarla così...

Che cervello in pappa che ho: mentre cercavo i vecchi collegamenti mi sono imbattuto in un pezzo che non ricordavo di aver scritto e dove già esprimo molte delle perplessità odierne. Per cui, per non ripetermi, rimando alla lettura (non facoltativa!) di Democrazia dirottata a partire dal quale elaborerò le mie ultime conclusioni.

Letto? Ok...
Prima di tutto confermo di condividere al 100% tutto ciò che scrissi circa 20 mesi fa: talvolta anch'io cambio idea ma non è stato questo il caso!
In genere, più che cambiare idea, tendo a raffinarla, a chiarirne gli aspetti più oscuri, a riempire gli spazi vuoti e così è stato stavolta.
Un paio di mesi dopo (sottolineo il “dopo”) aver scritto il pezzo sopraddetto scoprii il M5S, poi ci furono le elezioni politiche del febbraio 2013, un anno e passa di M5S in parlamento e la recente delusione delle europee. Contemporaneamente ho osservato, pur senza entrare nei dettagli, numerose tendenze sovranazionali che puntano tutte nella stessa direzione: ad esempio mi riferisco al trattato TTIP (v. Allarme rosso!) o alla privatizzazione (a livello globale) dell'acqua...
Considerando tutti questi elementi insieme la mia visione della democrazia si è ulteriormente modificata.

Da un punto di vista politico il sostanziale fallimento del M5S è significativo.
Nel pezzo Nave Italia (agosto 2012) ipotizzavo che le cose sarebbero potute cambiare solo una volta che gli italiani avessero toccato il fondo, arrivando cioè a una situazione analoga a quella greca.
Il M5S mi ha illuso: ho sperato che questo movimento riuscisse a intervenire e a salvare il salvabile prima che gli italiani fossero alla fame. Nel febbraio 2013, cogliendo di sorpresa il sistema di potere italiano, è riuscito a ottenere un incredibile 25%: da allora però è incominciato il cannoneggiamento dei poteri forti (media in primis) sul M5S e il risultato, a un anno circa di distanza, è stato un calo fin sotto il 20% e ancora più consistente in termine di voti assoluti.

Apro un lungo inciso: sulle ragioni dell'insuccesso del M5S ho già scritto (v. Riflessioni a tiepido) e non voglio ritornarci perché non è questo il tema di oggi: sottolineo solo che il problema di fondo non sono stati tanto gli errori commessi (che pure sono stati fatti) quanto, lo ripeto, la martellante opposizione dei media che ha taciuto sistematicamente ogni piccolo o grande successo del movimento, ha amplificato a dismisura ogni singolo errore e ha fornito una sovraesposizione al suo principale e unico avversario (Renzi).
Il M5S è stato definitivamente sconfitto? Non lo so: secondo me (v. Grana pentastellata, Gran pentastellata 2, Cartellini rossi e simili) sarebbe necessaria una riforma strutturale del movimento ma al momento non pare ci sia, almeno nei vertici, questa volontà. Fine del “lungo inciso”...

Il problema è che se il M5S non riesce a cambiare l'Italia si ritorna alla situazione che prospettavo in Nave Italia ovvero che, prima che la situazione migliori, bisognerà toccare il fondo...

Contemporaneamente c'è la tendenza, sempre più marcata, della crescita del potere delle multinazionali. La loro influenza cresce di pari passo e in parte (vedi il TTIP) già interferisce con la sovranità nazionale. Altre tendenze sono quelle di togliere libertà (vedi i bavagli a Internet) e diritti (vedi la precarizzazione del lavoro) ai cittadini. Tutto questo col tacito avallo dei vari governi locali.

Questi sono gli elementi nuovi (e non) degli ultimi venti mesi.
Considerando tutti questi fattori insieme la mia conclusione è sfortunatamente molto negativa: la democrazia è morta o morente.
Oramai i governi “democratici” non fanno più gli interessi dei loro cittadini/elettori ma quelli dei grandi poteri forti internazionali. Com'è possibile?
I motivi sono molteplici: da una parte c'è la disaffezione dei cittadini verso la politica che riduce sensibilmente la base elettorale; poi c'è la grande capacità dei media di influenzare l'opinione pubblica; infine ci sono sistemi elettorali che, come fossero delle leve, moltiplicano la forza del partito di maggioranza a scapito di tutti gli altri. Il risultato è che basta controllare una frazione relativamente piccola della popolazione (considerando lo zoccolo duro, minoritario ma significativo, di persone parassitarie al sistema e quindi schierate in blocco con esso) per ottenere il controllo di un paese.

Da questo punto di vista ho la sensazione che il caso italiano sia quasi un esperimento sociopolitico: prima con Monti apertamente, poi con Letta più nascostamente, abbiamo avuto dei politici che facevano volutamente l'esatto contrario del bene del paese eppure, grazie ai media che ribaltavano la realtà, non si sono levate proteste significative. Adesso abbiamo Renzi, al quale in passato avevo concesso il beneficio del dubbio, che è nuovo solo nell'apparenza e anagraficamente ma è invece molto più astuto dei suoi predecessori troppo tecnici e antipatici. La sua riforma elettorale, soprattutto per quel che riguarda il senato, sta andando proprio nella direzione di allontanare i cittadini dal potere (senato non eletto, no alle preferenze, …) e nell'aumentare la leva maggioritaria. Da un punto di vista economico temo, anzi sono sicuro che si piegherà al TTIP e che continuerà l'opera di svendita dei beni pubblici (e quindi degli italiani) iniziata dal suo predecessore...

Conclusione: la democrazia è ormai una farsa il cui unico scopo è quello di legittimare un governo che faccia quello che vogliono i poteri forti tenendo al contempo tranquilla la popolazione dandole un'illusoria sensazione di controllo.

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