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domenica 5 gennaio 2014

Lezione LXVII: esornativa

Dopo un intervallo ben più lungo del previsto a causa delle note festività pagane ho finalmente avuto la nuova lezione. Forse a causa del torpore indotto dai festeggiamenti la lezione è stata meno intensa del solito e, principalmente, il maestro ha verificato il lavoro svolto.

Riscaldamento: Premessa. Come scrissi (lamentandomi disperatamente) un paio di anni fa, ho le mani un po' piccine: con l'indice ancorato al tasto arrivo solo a fatica col mignolo al quarto tasto successivo. Ho cioè un'estensione di soli cinque tasti.
Durante un esercizio di riscaldamento nel quale, appunto, allungo le dita per coprire cinque tasti, mi sono per caso accorto che posizionando la mano in una posizione poco ortodossa (con ad esempio il pollice che si appoggia allungandosi sul manico invece di rimanervi appoggiato con la sola punta opposta, grosso modo, al medio) riuscivo a svolgerlo molto più facilmente.
Con mio stupore il maestro, invece di censurare la posizione “scorretta”, mi ha incoraggiato a usarla evidentemente considerandola il “male minore”!

Pattern: praticamente niente di nuovo. Di mia iniziativa ho aggiunto un nuovo ritmo, che ho chiamato vodka dal nome del brano (*2) dove viene usato, e il maestro ha approvato.
Inoltre durante la lezione il maestro mi ha fatto eseguire un nuovo giro (Bm|F#m|Gb|Gb) (*1) che ho prontamente aggiunto alla mia lista.

Heart of Steel: lo suono decentemente ma il maestro mi ha segnalato un nuovo abbellimento che posso aggiungere alla battuta 17 e 21 dove il D5 che dura 2/4 (v. spartito Lezione LXVI) va suonato scandendo il ritmo della batteria...

I want it all: come previsto (v. Entusiasmo scemato) suono il mio pezzetto già bene e il maestro mi ha dato da studiare un'altra ventina di battute (di cui però dieci sono uguali a quelle che già conosco mentre quelle veramente nuove sono molto facili).

Blue Bossa: il maestro mi ha confermato che la mia diteggiatura va bene e mi ha suggerito una modifica interessante: continuare a suonarla togliendo il metronomo e usando un ritmo di batteria. Inserire la batteria in Tuxguitar non è banale perché bisogna usare direttamente i vecchi codici MIDI per specificare esattamente quale “cembalo” usare.
Anzi, per mia praticità, mi ricopio qui di seguito i vari codici:
Kick: 36 e 35
Snare: 40 e 38
Toms: 50 – 48 – 47 – 45 – (43 – 41) ← floor
Ryde Cymbal: 51 e 59
Hi hat: 42 (chiuso) e 46 (aperto)
Crash cymbal: 49 e 57
Tamburine: 54
Splash Cymbal: 55
Hand clap: 39

Solo con lo schema appena visto è possibile interpretare la seguente tablatura (uguale per ogni battuta):

Chance: va bene: il ritmo è molto difficile ma grazie a Hydrogen (v. Entusiasmo scemato) ci sono quasi. Anzi in realtà ero già arrivato a 80bpm ma poi ho aggiunto delle nuove battute leggermente diverse e ho dovuto decelerare...

Nel complesso sembra che si sia fatto poco ma ciò è inevitabile quando suono molto per far ascoltare al maestro i miei “progressi”. Abbiamo poi stabilito di fare la prossima lezione prima del solito in maniera da aggiungere del nuovo materiale.

Nota (*1): Gb sta per G da eseguire col barrè.
Nota (*2): annoiandomi un po' ho provato a rieseguire il brano Vodka sul quale mi ero esercitato per molti mesi l'anno scorso (v. da Lezione LII di marzo a Lezione LVIII di luglio). Mi sono reso conto di varie cose: da un punto di vista didattico è fondamentale che per ogni brano che studio mi scriva lo spartito su Tuxguitar altrimenti con i fogliettini, considerando anche le modifiche e le aggiunte, non ci capisco più niente (in questo caso ho dovuto ricostruire ogni cosa partendo dai miei pezzi del viario!); da un punto di vista tecnico col ritmo humpa (sul quale ho continuato periodicamente a esercitarmi nell'esercizio pattern) ci dovrei essere: ancora devo verificare come vado sul “famigerato” ponte ma già adesso ho notato che la difficoltà tecnica che mi faceva impazzire (di nuovo rimando ai vecchi pezzi sopra citati) ovvero stoppare la 6° corda con la mano destra mentre vado a plettrare la 4°, adesso mi riesce facilmente.

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