«Ehi piccolino, cos'hai?» - disse Strabuccino vedendo un povero corvo ferito. La bestiola, incapace di volare, cercava infatti di nascondersi in un cespuglio.
«È colpa del maledetto filo del telefono?» - chiese Strabuccino. Da tempo sapeva che molti uccelli non vedevano il sottile cavo che passava nel mezzo del bosco e, urtandolo, si ferivano le ali delicate. Infatti il povero corvo, che guardava Strabuccino con i lucenti occhi neri velati dalla sofferenza, strascicava l'ala destra tenendola aperta in posizione innaturale.
«Ohi! Ahi! Ma che fai!? Voglio solo aiutarti!» - urlò Strabuccino cercando di prendere il volatile ferito per portarlo a casa: l'uccello però, nonostante fosse malconcio, diffidava dell'uomo e si difendeva col suo becco colpendo le mani che cercavano di immobilizzarlo. Ma alla fine le energie dell'animale ferito vennero meno e Strabuccino riuscì a raccoglierlo delicatamente nonostante i numerosi tagli provocati dal suo becco.
Giunti nella cucina della sua casa-albero, Strabuccino mise un piattino, con delle briciole di pane secco inumidite nel latte, vicino al corvo che aveva deposto sul pavimento. A fatica l'uccello si avvicinò al piattino e assaggiò sospettosamente una briciola: soddisfatto, o forse molto affamato, trangugiò velocemente anche le altre.
«È proprio un bell'animale: con quel becco lucente, quelle penne morbide e lucide... sento di volergli già bene e che anche lui mene vuole!» - pensò Strabuccino
«Da oggi in poi ti chiamerò Pensierino!» - disse Strabuccino al corvo che, per tutta risposta, lo guardò torcendo la testa e sbattendo le palpebre.
«Come sei carino!» - esclamò Strabuccino piegandosi per abbassarsi e dare un bacetto sulla fronte a Pensierino ma...
«Ahi! Mi hai fatto male! Beh, è colpa mia: devi ancora imparare a fidarti di me...» - disse Strabuccino tamponandosi con un fazzoletto il sangue che usciva copioso dalla ferita sul mento. Pensierino l'aveva forse colpito per fargli capire che era ancora troppo presto per tutta questa intimità? Strabuccino si disse che doveva essere proprio così...
Dopo essersi rifocillato, Pensierino pareva già stare molto meglio però l'ala destra era evidentemente rotta.
«Dai Pensierino non farti pregare, vieni qui che ti devo portare dal veterinario» - gli disse Strabuccino mentre l'inseguiva per la casa con una gabbia per gatti. Ma Pensierino aveva ripreso vigore e scappava, saltellando sulle zampette, in tutti gli angoli più difficili da raggiungere. Quando poi non aveva più vie di fuga, allora reagiva aggressivamente attaccando Strabuccino agli arti e alla faccia. Alla fine Strabuccino ricorse all'astuzia di gettargli un cencio in testa e solo allora, mentre Pensierino era ancora confuso, riuscì a infilarlo dentro la gabbia e a portarlo dal veterinario.
«Allora dottore come sta?» - chiese Strabuccino al veterinario appena questi uscì dallo studio.
«L'operazione è andata bene: ho rimesso a posto l'osso rotto e ora basterà solo aspettare qualche settimana affinché guarisca completamente... però...»
«Però cosa dottore?» - chiese Strabuccino subito preoccupato.
«Beh... ho notato due stranezze... la prima è che Pensierino non è un corvo maschio ma... una femmina!» - esclamò teatralmente il veterinario.
«E allora? Cosa cambia? Le darò un altro nome e poi... che importa? Sarà solo più dolce e affettuosa immagino, no?»
«“dolce e affettuosa”?! Assolutamente no! Le corve sono imprevedibili, soggette a grossi sbalzi d'umore, hanno l'animo maligno e vendicativo, selvagge, bugiarde, assetate di sangue, crudeli, insensibili, ingrate, astute, sfruttatrici, sadiche, disoneste, vanitose e fedifraghe!» - rispose il veterinario tutto d'un fiato, evidentemente allarmato per la noncuranza espressa da Strabuccino.
«...e poi ai corvi non è permesso cambiare nome: dovrà chiamarla sempre Pensierino. Che Dio ti protegga...» - aggiunse il dottore.
«Beh, mi sembra un'esagerazione: sono sicuro che, grazie al mio amore, Pensierino diverrà una corva per bene... E la seconda stranezza?»
«Oh... niente di particolare: il becco di Pensierino non è come quello degli altri corvi, ma sembra essere fatto da una lega di vanadio, titanio e tungsteno...»
«È grave?»
«No, è dura. Ma non si preoccupi: si tratta solo di una mutazione genetica... probabilmente i genitori di Pensierino l'hanno concepita copulando dentro un forno a microonde...»
«Ah, okay... meglio così! La ringrazio dottore!»
«Un'ultima cosa, Sig. Strabuchino, quando Pensierino si risveglierà dall'anestesia sarà molto nervosa: non la contraddica assolutamente!»
«Mi chiamo StrabuCCIno veramente... ma... uhm... d'accordo dottore, grazie ancora!»
Tornati a casa Strabuccino lasciò la gabbietta aperta in cucina con Pensierino che ancora dormiva inquieta al suo interno. Poco distante vi aveva lasciato un piattino pieno di gustose granaglie per uccellini appena comprate. Tranquillo e fiducioso Strabuccino andò alla TV appisolandosi mentre guardava lo show di Sandoro.
Un fragore improvviso proveniente dalla cucina risvegliò Strabuccino che subito corse a vedere cosa succedeva.
Pensierino era uscita dalla gabbia e ora, nonostante il cerottone sull'ala, saltava per tutta la cucina rovesciando piatti e scatole dalle mensole.
«Pensierino che fai!? Stai tranquilla va tutto bene!» - disse poco opportunamente Strabuccino.
Solo più tardi l'uomo si rese conto dell'errore: evidentemente Pensierino aveva interpretato quel “stai tranquilla” come se Strabuccino si fosse permesso di pensare che, in quel momento, lei non fosse calma e questo l'aveva fatta, giustamente, arrabbiare ancor di più.
Subito Pensierino saltò addosso a Strabuccino cercando di beccargli il volto mentre questi retrocedeva in salotto cercando inutilmente di proteggersi con le mani: ma nessuna protezione resisteva al mortale becco in vanadio. Gli abiti, per quanto pesanti e spessi, offrivano la stessa protezione di un armatura fatta di carta velina.
«Calmati Pensierino... uhi!... calmati! Ti voglio bene: anche se... ohi!... ora l'ala ti fa male ma poi... ahi!... ti passerà!» - diceva Strabuccino per far ragionare l'amata corva. Troppo tardi Strabuccino si rese conto di aver dimostrato scarsa sensibilità nell'accusare implicitamente Pensierino di non resistere al dolore proprio mentre la sofferenza del dopo anestesia era massima...
Infatti Pensierino sentendosi presa in giro non ci vide più dalla rabbia e, con un'alata di karate, fece crollare Strabuccino impotente sul divano: a quel punto avrebbe potuto dargli il colpo di grazia ma, proprio allora, iniziò alla TV la prima puntata di Grey's Anatomy. Immediatamente Pensierino si calmò e andò ad appollaiarsi in cima allo schienale del divano. Strabuccino ne approfittò per sgusciare via, mettere a posto in cucina, e preparare una buona cenetta per Pensierino.
L'esempio di Benjamin Franklin
7 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento