Non so se nei miei post ho esplicitamente espresso la mia sfiducia verso le banche. Sicuramente ho scritto delle mie perplessità verso il mondo della finanza in generale (vedi Soldi facili).
Comunque sia, ho scarsissima fiducia anche nel rapporto banca/piccolo cliente.
La mia esperienza personale è stata piuttosto deludente.
Un paio di anni fa avevo valutato degli investimenti proposti dalla mia banca online: armato di lapis e calcolatrice iniziai a fare alcuni conti ma, in breve, mi sembrarono uno peggiore dell'altro. Già da anni infatti ero conscio della crisi dell'economia e le proposte finanziare mi sembravano delle scommesse destinate a essere perse e, soprattutto, con un rapporto fra rischio e guadagno troppo alto (*1).
Inutile dire che non ne feci di niente...
Elaborai la teoria che le banche usavano i piccoli risparmiatori per finanziare le speculazioni più rischiose mentre facevano per sé stesse e, forse, per i clienti più importanti gli investimenti più intelligenti.
Pensavo che i consulenti fossero in buona fede: dei dipendenti annoiati, magari non troppo svegli, che ricevevano dai loro superiori dei suggerimenti su proposte finanziare discutibili ma accompagnate da spiegazioni che le facevano sembrare appetibili.
Insomma pensavo che i vari consulenti fossero un po' superficiali, che prendessero per buone le indicazioni della propria banca, senza avere la voglia o la pazienza di analizzare approfonditamente i vari prodotti...
Infatti mio padre, alle mie perplessità, mi ripeteva che è nell'interesse della banca proporre investimenti vincenti ai propri clienti. In effetti la sua logica, in mancanza di altri elementi, era sensata: da qui la mia idea sulla scarsa preparazione/superficialità dei consulenti...
Invece la situazione è molto peggiore di quanto pensassi!
Prima di tutto leggetevi questo articolo del Corriere.it: Prodotti finanziari trappole per clienti...
L'articolo spiega che la maggior parte dei prodotti venduti ai clienti dalle banche sono delle mezze fregature e, soprattutto, che i consulenti ne sono consapevoli! Altro che buona fede e superficialità!
In effetti avrei dovuto capire che se io, con pochi calcoli e qualche ricerca, ero in grado di rendermi conto delle fregature allora chi, per quanto distratto, aveva studiato per anni economia, e per lavoro aveva quotidianamente a che fare con tutti questi prodotti, non poteva non accorgersi della situazione...
L'articolo spiega anche perché c'è interesse a fregare i clienti: le banche, e i loro dipendenti grazie ai bonus, puntano a guadagnare in tempi brevi e quindi non sono interessati alla soddisfazione dei clienti nel lungo termine.
Adesso è facile reinterpretare sotto una luce diversa un paio di episodi che mi avevano riguardato più o meno da vicino.
Qualche anno fa mio padre mi invitò presso la sua banca per vederlo “reinvestire” del denaro.
L'operazione mi lasciò molto perplesso sul momento ma mio padre, che mi aveva convocato solo per fare presenza, non chiese la mia opinione.
Se ben ricordo il prodotto era un “derivato”: in pratica il rendimento era collegato all'andamento di 5 borse internazionali. Se TUTTE le borse avessero chiuso l'anno in positivo allora il rendimento sarebbe stato piuttosto alto (mi sembra intorno al 7%) se invece anche una sola borsa fosse andata in negativo, allora il rendimento sarebbe stato minimo (tipo lo 0,5%). Per permettergli di comprare questo prodotto, a causa del suo rischio, dovettero pure cambiargli il profilo dicendogli: “No a questa domanda deve rispondere XXX perché altrimenti non possiamo andare avanti...”.
Ora ragioniamoci un pochino: qual è la probabilità che una singola borsa chiuda l'anno in rialzo? Siamo ottimisti e diciamo l'80%.
Modificato (12/9/2016): rileggendo ho notato una svista (che infatti non cambia il senso della mia conclusione): la seguente domanda andrebbe riformulata come "Qual è la probabilità che almeno una delle banche abbia un andamento negativo (e che quindi si ottenga il rendimento minimo)?"
Qual è allora la probabilità che nessuna delle cinque banche chiuda in negativo?
Supponendo che gli andamenti delle borse siano indipendenti (cosa assolutamente falsa ma che aiuta a farci un'idea) si avrebbe che tale probabilità è: 1 – 0.8^5 (0.8 elevato alla quinta) ovvero 1 – 0.328 = 0.672
Cioè in questa ipotesi, a mio avviso ottimistica, c'è ben il 67,2% di probabilità di ricevere il rendimento minimo!
E la banca come può guadagnarci se il cliente ci rimette (*2)?
Mi pare evidente: la banca raccoglie il denaro dal cliente e lo investe, non alla cieca su tutte le borse, ma solo su quelle più promettenti (magari solo sulle borse orientali) o comunque sui titoli più sicuri.
Probabilmente in questa maniera, se tutto va bene, possono sperare di guadagnare almeno il 10%: se poi sono molto sfortunate dovranno dare al cliente il 7% dei guadagni ma, il 67.2% delle volte, gli distribuiranno pochissimo tenendosi in pratica tutto il guadagno.
Qualche mese fa la BCE ha prestato soldi alle banche europee a tassi bassissimi alla condizione che ne reinvestissero almeno una parte nell'acquisto dei titoli di stato dei paesi in difficoltà (Italia, Grecia, Spagna etc).
Guarda caso, proprio in quel periodo, ricevo una email della mia banca che mi decanta l'opportunità di acquistare titoli GRECI! Cioè, nemmeno i titoli italiani, ma addirittura quelli greci!
Avete capito il giochino?
La banca, invece di investire i proprio soldi nei titoli di stato “pericolosi”, aveva pensato bene di far correre il rischio ai propri piccoli risparmiatori! Cioè (cifre un po' a casaccio) se io investivo 10.000€ in rischiosi titoli greci permettevo alla mia banca di riceverne 30.000€ dalla BCE a tassi di interesse bassissimi.
Quando lessi tale proposta risi per una settimana ma mi chiedo se qualcuno non sia stato cosi folle da fidarsi della propria banca...
Nota (*1): come mi ha insegnato il poker non è sbagliato rischiare ma bisogna, come si suol dire, che il gioco valga la candela!
Nota (*2): questa è infatti la teoria fiduciosa di mio padre...
L'esempio di Benjamin Franklin
6 ore fa
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