Ieri ho avuto la terza lezione di chitarra: sono sempre più convinto di non essere compatibile col mio maestro.
Ma procediamo con ordine.
La lezione è iniziata con la revisione degli esercizi. Prima mi ha (giustamente) chiesto come è andata e io ho cercato di cogliere l'occasione per chiedergli del problema del posizionamento della chitarra (vedi Brevissimo update). Mi ha interrotto una mezza dozzina di volte con digressioni irrilevanti. Dopo cinque minuti sono riuscito a esporre il problema.
Lui mi ha risposto: "la chitarra classica, come ti ho spiegato nella prima lezione, si tiene così..."
e io: "sì, ma io, la chitarra elettrica come la devo tenere?"
Lui: digressione sul fatto che la chitarra elettrica si tiene come si vuole, si può sonare anche in piedi e alcuni la suonano dietro la testa...
io suggerisco: "Provo a tenerla come la chitarra classica?"
lui: "Ok, prova..."
io: posiziono la chitarra sulla gamba sinistra (invece che come mio solito sulla destra) ma il cavo mi batte sulla gamba destra...
lui: "Il problema è che la tua chitarra ha il cavo nella posizione sbagliata..."
io: penso che il problema sia un altro ma non lo dico...
Poi passiamo al primo esercizio di ritmica: quello con gli ottavi che non so bene come fare a contare. Mi spiega come fare: la tecnica mi riesce molto innaturale e dovrò esercitarmi molto per imparare (in pratica col piede devo scandire i quarti e a considerare un ottavo quando l'abbasso e un ottavo quando l'alzo).
Gli altri esercizi di ritmica sono banali perché le misure sono formate solo da ottavi (e non come il precedente da quarti e ottavi!): in pratica non conto e mi limito ad andare a tempo.
Comunque osservandomi suonare salta fuori che la posizione della mia mano non è ottimale: ma possibile che non si riesca a mettere dei punti fermi? Io avrei passato di buon grado la prima lezione a imparare soltanto il posizionamento corretto di mani e chitarra...
Passiamo agli esercizi sugli accordi: io ero molto contento perché, impegnandomi molto, riuscivo a destreggiarmi decentemente fra i miei 4 accordi.
Al DO e al LAm (per colpa del software e del maestro pensavo fosse un LA...) avevo aggiunto il REm e avevo sostituito il SOL7 al SOL. In pratica avevo imparato 2 accordi nuovi ed ero migliorato sui due di partenza.
Alla mia dimostrazione pratica arriva il colpo basso: il maestro mi dice "Il REm sarebbe meglio se il RE sul terzo tasto della seconda corda lo suonassi col mignolo invece che con l'anulare...".
E me lo dice adesso!!!? Dopo che ho passato una settimana ad esercitarmi nella maniera classica?? Cioè se me lo diceva alla lezione precedente non ci sarebbero stati problemi ma adesso invece mi tocca reimparare, non dico da capo ma quasi, la nuova tecnica!
Per chi non si intende di chiatarra il problema con gli accordi è che questi devono venire "automatici". Le dita devono essere in grado di spostarsi sulle corde giuste senza doverci pensare coscientemente: non basta quindi ricordarsi di sostituire l'anulare col mignolo ma bisogna che sia la mano stessa ad assimilare la nuova disposizione e, per far questo, l'unica maniera è esercitarsi tanto tanto tanto. Specie per me che ho il cervello in poltiglia (magari a un ragazzino basta mezz'ora...).
Infine passiamo al brano. Ovviamente essendoci quarti e ottavi faccio grande fatica ad andare a tempo però rallentando molto la velocità me la cavo...
Sempre sul brano gli faccio notare un problema: devendo suonare prima un FA (primo tasto, prima corda) e subito dopo un DO (primo tasto seconda corda) come faccio a non staccare le note?
Io avevo trovato la soluzione di ruotare l'indice: i suoni venivano puliti (e infatti il maestro non si era accorto di nulla) ma ovviamente non andava bene. Il maestro mi ha consigliato due alternative: tenere premuti entrambe le corde con l'indice oppure suonare la prima corda col medio e la seconda con l'indice...
Edited: Non ricordo quando ma il maestro mi ha detto di cambiare la maniera in cui tenere il plettro: siccome tutte le fonti (internet/libri/amici) sono concordi che non sia molto importante ho immediatamente spostato nel dimenticatoio la nuova nozione...
Negli ultimi 3-4 minuti, abbiamo guardato rapidamente gli esercizi della terza lezione.
In particolare ci sono dei nuovi accordi: io sul momento ero contento perché questo mi dava l'opportunità di continuare a esercitarmi con gli accordi appena studiati senza annoiarmi grazie ai nuovi...
Oggi ho però guardato per bene il primo esercizio sugli accordi ed è arrivato il nuovo colpo demoralizzante: su 4 accordi TUTTI sono nuovi!
Per la precisione si tratta del LA, del SOL (non SOL7 ma SOL maggiore; comunque ho chiesto conferma al maestro tramite email), del RE e del MI....
Io non so cosa fare: ho la sensazione che mettermi a imparare quattro accordi nuovi senza essere pienamente a mio agio con i quattro precedenti rischi solo di farmi fare una grande confusione...
Probabilmente inserirò i nuovi accordi uno alla volta riscrivendomi da me uno spartito (tanto ho capito come sono costruiti questi esercizi). Se poi gli accordi mi verrano discordanti fra loro pazienza: l'idea dell'esercizio e far imparare alle dita...
Suggerimenti?
Dopo tre lezioni con il maestro sto iniziando a farmi un'idea di cosa c'è che non va.
Il problema principale è metodologico (e non è poco!). In tutti i corsi che ho fatto, ma anche a scuola o all'università, prima si spiega la teoria, poi si assegnano gli esercizi per far pratica e poi si fa la verifica.
Questo maestro di chitarra invece fa il contrario: prima mi manda allo sbaraglio con degli esercizi che non so bene come svolgere, poi in quella che dovrebbe essere la verifica mi spiega come avrei dovuto farli (la "teoria" insomma) e la verifica vera e propria è assente.
I problemi di questo approccio sono ovvi: il tempo che uso per esercitarmi non è produttivo e io tendo a perdere entusiasmo; anche le lezioni sono molto frustranti perché più che imparare cose nuove scopro solo di essermi esercitato nella maniera sbagliata...
Poi non ha un programma: cioè il maestro non è partito con la logica di insegnare nelle prime X lezioni queste Y cose. Al contrario sembra non essersi posto il problema e che proceda a casaccio in base agli spunti dati dagli esercizi ma senza nessun criterio o priorità...
Oltre a questo il maestro è logorroico, tende a fare digressioni inutili e spesso non trova le parole per esprimersi concisamente col risultato di sprecare un sacco di tempo anche per spiegare concetti sui quali basterebbero due parole.
La sensazione è che il maestro suoni sì la chitarra da quarant'anni ma che abbia scarsissima esperienza di insegnamento. Domani probabilmente contatterò la direzione per vedere se posso cambiare insegnante...
Io vorrei i tre giorni di sonno!
7 ore fa
Com'è andata?
RispondiEliminaHai veramente chiesto il cambio?
Ho avuto anche io all'inizio un insegnante di chitarra che puntava molto al metodo pratico e meno su quello teorico, con un'impostazione piuttosto sballata del metodo didattico, è tipico di chi ha suonato per una vita, conosce tutti i segreti dello strumento, ma ha perlopiù avuto un approccio autodidatta o quantomeno mai con un metodo rigidamente didattico.
E' un sistema di insegnamento basato sull'esperienza, che riesce a dare sicuramente dei frutti, ma sul lungo periodo ed in proporzione a quanto l'allievo riesca ad approcciare alla pratica.
Ciao Rocco,
RispondiEliminasì, sabato ho chiesto di cambiare insegnante a partire da novembre (quindi la quarta lezione sarà con il solito maestro)...
Magari sono stato precipitoso ma davvero ero molto frustrato a impegnarmi per tutta la settimana per poi scoprire che quello che avevo fatto non andava bene perché il maestro non mi aveva spiegato nulla di quello che dovevo fare...
Non è che lui prima mi spiegasse la pratica o mi facesse provare a suonare e poi mi desse gli esercizi. Mi dava gli esercizi senza spiegarmi niente, poi perdevamo gran parte della lezione a rivedere gi esercizi ma in maniera non costruttiva perché io ero un elemento passivo...
E questo non per tutte e tre le lezioni!
IMHO, come ho scritto, probabilmente lui aveva una grande esperienza di chitarra ma nessun metodo didattico.