Finalmente ho iniziato a lavorare alla nuova versione 1.13.1 dell’Epitome. L’idea, come precedentemente stabilito, era quello di limitarmi a una rilettura e quindi correzione generale.
Odio rileggere tutto ma è un lavoro che ormai da tempo rimandavo mentre invece è necessario e utile. È necessario perché aggiungendovi via via vari pezzetti qua e là, l’opera tende a perdere omogeneità: rileggendo posso smussare gli angoli più evidenti che balzano all’occhio. Ma è anche utile perché mi aiuta a rinforzare il mio orientamento nell’opera e, per esempio, a capire se l’esposizione è chiara o se necessita aggiornamenti: spesso in questa fase mi vengono nuove idee per riempire vuoti che precedentemente non ritenevo tali o che ho solo recentemente approfondito.
Ho iniziato il lavoro a casa e, ovviamente mi trovavo benissimo, adesso sono di nuovo in città ma fortunatamente riesco a lavorare decentemente anche qui: il poter stare con le finestre chiuse, non patire il caldo e con le zanzare più rintontite mi aiuta a dormire: non dorme bene ma almeno decentemente.
Al momento sono più o meno a metà del capitolo 5 e idealmente mi piacerebbe correggere un capitolo al giorno anche se non sempre ci riesco soprattutto se devo fare molte correzioni.
In genere le modifiche sono: frasi rese più chiare e comprensibili, correzioni di piccoli refusi, piccole aggiunte e (più raramente) piccole rimozioni (nell’incertezza preferisco tenere una nota inutile che toglierne una che potrebbe aiutare il lettore a capire meglio). Il rapporto fra note tolte e note aggiunte sarà, non so, a occhio 1 a 4.
Nel capitolo 2 ho comunque fatto un paio di correzioni importanti: delle frasi in cui usavo una parola per un’altra ottenendo frasi di senso opposto a quelle che avevo in mente. Uno di questi casi era proprio all’apertura del secondo capitolo e probabilmente presente dalla prima versione pubblicata dell’opera: alla faccia delle mie N precedenti riletture generali! Poi, intendiamoci, leggendo attentamente si capiva come stavano le cose ma le frasi sbagliate di certo non aiutavano la comprensione di quello che è forse il capitolo più astratto in assoluto.
Come spiegato rileggendo mi vengono molte idee per nuove aggiunte: per esempio ho pensato di aggiungere un nuovo sottocapitolo al capitolo 2 che dia gli elementi minimi sui protomiti per permettere il prosieguo della lettura senza entrare nei dettagli del capitolo ma saltando direttamente al terzo. Io credo potrebbe aiutare a rendere la lettura più accessibile…
Soprattutto però mi è venuta l’idea di aggiungere un nuovo sottocapitolo nel terzo capitolo che raccolga del materiale che ho sparso fra il terzo e il quarto. Oltretutto è roba molto basilare e importante, su cui costruisco altra teoria, e aggiungere il nuovo sottocapitolo dovrebbe rendere più chiaro e accessibile anche il resto dell’opera.
Per questo motivo, proprio perché non è una vera aggiunta ma un rendere il materiale esistente più accessibile e chiaro, ho deciso oggi di aggiungerlo già in questa versione mentre, per esempio, anche se semplicissimo da scrivere, rimanderò alla successiva revisione l’aggiunta del nuovo sottocapitolo nel capitolo 2 perché sarebbe comunque materiale nuovo (anche se, in effetti, anche qui si potrebbe giustificare spiegando che è di chiarimento e che rendo il testo più accessibile: l’obiettivo di questa revisione… Uhm… ci penserò).
Ah! ho risolto un baco che avevo introdotto con una modifica al programma che associa epigrafi ai vari sottocapitoli: cioè in realtà non l’ho risolto ma ho semplicemente annullato la modifica. Il punto è che capire che l’errore stava nelle aggiunte era difficilissimo dato che non c’entrano niente. Non avete idea di quanto tempo ho perso facendomi aiutare da chatGPT a trovare l’errore.
Anche adesso che in teoria so quale codice provoca l’errore non riesco a trovarlo: questo mi ha fatto capire quanto chatGPT sia “stupido” quando si tratta di risolvere problemi nuovi anche per lui.
In pratica in maniera casuale ma dopo un quarto d’ora di esecuzione il codice (rendendo quindi il “debacamento” particolarmente lungo e complesso) deve entrare in un ciclo infinito che porta in un paio di minuti all’esaurimento della memoria. Detto questo sembrerebbe facile individuare il problema ma in realtà il codice nuovo, che evidentemente crea il problema, non dovrebbe averci niente a che fare…
Un mistero che non credo che risolverò…
Vabbè questo c’entrava poco con la nuova versione dell’Epitome che, comunque, conterrà molte nuove epigrafi (che introduco in maniera asincrona rispetto alle modifiche di contenuto dell’Epitome). Se ho voglia/tempo potrei anche aggiungerne di nuove con le novità lette nell’ultimo mese o giù di lì: può darsi che si rifletterebbero 1 o 2 nuove epigrafi nell’Epitome...
Libri del 2024
1 ora fa
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