Anche oggi non ho niente di particolare da aggiungere a quanto già scritto. Ne approfitto per aggiungere solo qualche breve considerazione così come mi viene in mente.
Riguardo i dati italiani ormai mi pare che l’unico significativo sia quello del numero dei morti e degli accessi alla terapia intensiva: il numero dei positivi (e la sua variazione anche percentuale sui tamponi fatti) ha poco significato perché se ne fanno troppo pochi concentrandosi sulle persone con sintomi evidenti (o VIP).
Dall’andamento del numero delle vittime (che ha 3/4 settimane di ritardo rispetto alle misure di contenimento prese) sembra che, sebbene con lentezza esasperante, le misure di contenimento prese inizino ad avere effetto. Su quale sia il difetto del nostro approccio l’ho già scritto e non starò quindi a ripeterlo.
Ho scritto pochissimo delle conseguenze economiche dell’epidemia: il video (realizzato in USA nell’autunno del 2019 che pubblicai su uno dei primissimi "speciali") sulle conseguenze di una pandemia diceva già l’aspetto sostanziale: le misure per salvare il massimo numero di vite sono in contrasto con le necessità dell’economia. Alla fine la politica deve decidere.
E così è avvenuto: inizialmente in Italia si era cercato di salvare capra e cavoli e solo in seguito si è deciso di chiudere anche le attività produttive “non essenziali” (con varie eccezioni più o meno dubbie).
Altra cosa per me ovvia e di cui accennai solo all’inizio di questi speciali è l’inadeguatezza di questo governo a gestire una situazione oggettivamente difficile. Mentre in altri paesi significativi aiuti alle imprese e alle persone in difficoltà approvati dai rispettivi governi sono già stati distribuiti da noi gli spiccioli per fare la spesa ancora sono solo sulla carta.
Si vaneggia del MES, il cui scopo è tutto diverso, per raccattare qualche prestito, da restituire con gli interessi e con il pericolo immenso di avere anche in Italia una troika che finisca di distruggere il paese (tagliando ovviamente la sanità e tutto il sistema assistenziale in un'ottica iperliberista).
L’unica cosa positiva è che la consapevolezza che questa UE non è il paradiso che ci raccontava di essere sta facendosi strada anche fra la gente comune. Qualche giorno fa ho letto su FB una frase riferita alla politica della Merkel del tipo “La vecchia deve ancora cacare il lesso”. Ovvero si è capito che chi controlla la UE è la Germania ed è questa che deve approvare le finanze anche degli altri paesi (Italia compresa). Fino a quando la Merkel non approverà il prestito senza condizioni allora la UE resterà ferma con solo i salamelecchi e le manfrine dell’impettita e imbellettata Von der Leyen a farci compagnia e a dare qualcosa su cui scrivere ai media.
Concetto sicuramente semplificato ma anche molto efficacemente espresso dall’amico su FB…
Colpiscono poi le incertezze scientifiche sul Coronavirus. Vado a memoria.
Inizialmente gli asintomatici non sarebbero stati contagiosi, poi sì, poi no, poi improvvisamente era diventato ovvio che era così per arrivare a uno studio secondo il quale anche nelle vie aeree alte il virus riesce a riprodursi copiosamente.
Oppure sulla distanza di sicurezza: a volte 2 metri per altri 1 metro, poi venne lo studio sulla distanza di 4 metri e mezzo, ricerca poi smentita perché basata su “aneddoti” non verificabili, quindi bene i 2 metri, per arrivare a qualche giorno fa con la ricerca secondo la quale il virus può essere “sparato” da colpi di tosse fino a 8 metri di distanza…
Oppure dei due ceppi “L” e “S” su cui tanto ho scritto: non si è saputo più niente: che significa? Una ricerca superficiale cinese o non c'è stato tempo di indagare ulteriormente?
Oppure sulle terapie: in Cina e Corea del Sud avevano usato la clorochina e la idrossiclorochina, da noi si provavano anche altri farmaci. Ora sembra che anche in Italia si “riscoprano” queste medicine…
Oppure pensiamo alle varie diatribe sull’utilità delle mascherine, sul come e quando usarle.
Insomma più informazioni si leggono e maggiore è il numero di contraddizioni che si colgono.
Io credo (*1) che sia normale: a un nuovo problema la scienza prova contemporaneamente numerosi approcci. In alcuni momenti alcuni diventano di “moda” mentre altri sembrano “improbabili”. Poi però possono arrivare nuove prove o ricerche che sovvertono anche di 180 gradi quando precedentemente affermato. È così che la scienza progredisce: senza certezze ma con una continua discussione di ipotesi e teorie.
È il mondo moderno che ci ha portato erroneamente a ritenere che la Scienza abbia una sola voce e che, anche su argomenti ancora in divenire, possa esprimersi con la supponenza e protervia, confusa per autorevolezza, comune ai politici (e a qualche scienziato vezzeggiato dai media).
Questo dovrebbe però far capire quanta sia assurda e folle la censura quando si è alla ricerca della verità: il vietare alcune opinioni non la fa emergere ma, anzi, rischia di nasconderla ancora di più.
Certo l’incertezza, il non sapere, può fare paura ma è un percorso obbligatorio per il quale non esistono scorciatoie. Si deve quindi pazientemente attendere e usare il buon senso.
Sbagliano invece i politici che si compromettono appoggiando ciecamente delle semplici teorie scientifiche come se fossero certezze assolute. Il politico non può ammettere di aver sbagliato, lo scienziato sì: anche per questo il primo dovrebbe rimanere aperto a ogni possibilità.
Nota (*1): in realtà non solo lo penso ma lo anche chiaramente letto in La scienza è democrazia...
[8/4/2020 13:50]
Ieri avevo scritto che ancora, probabilmente in attesa del “lesso” europeo, il governo tardava ad adottare misure economiche che ecco arriva la notizia: 750 miliardi di intervento, quasi metà del PIL italiano!!
Ma ormai conosco Conte e la sua tendenza a, diciamo, “alterare i fatti a proprio vantaggio” e quindi non ho preso sul serio la notizia.
Ecco al riguardo un breve e divertente commento trovato su Twitter (QUESTO il cinguettio originale di Grim):
«No, vabbè: ha sommato gli INESISTENTI 350 miliardi di "flussi" del decreto di marzo con i FINTI 400 miliardi di garanzie sui prestiti di ieri! Gli stanziamenti concreti sono ancora a ZERO e lui ciancia di risorse per il 50% del PIL!»
9/4/2020 20:20
Ci sto prendendo una fissazione.
Stiamo imponendo a un grandissimo numero di persone di stare a casa MA contemporaneamente non facciamo abbastanza tamponi ed esami.
Tutti sono concordi nel ritenere che il numero ufficiale di positivi sia di un ordine, se non due secondo l’Imperial College di Londra, maggiore: questo significa che c’è almeno un milione e mezzo di persone che hanno avuto la malattia e di cui solo una frazione la ha ancora in corso.
Le persone ormai guarite che ragione hanno di essere costrette in quarantena? Non possono riammalarsi né diffondere il virus (che non hanno più).
Al contrario le persone asintomatiche e paucisintomatiche al momento infette potrebbero circolare, magari per andare a fare la spesa, e quindi continuare a diffondere la malattia ad altre persone.
Per poter passare alla “fase 2”, o come vogliamo chiamare la fase successiva a questa quarantena nazionale, c’è un’unica strada: fare più esami preferibilmente basati sugli anticorpi. Isolare così chi è asintomatico ma contagioso e creare un apposito registro con le persone ormai immuni alla malattia perché munite di anticorpi. A queste persone immuni dovrebbe essere permesso di riprendere le normali attività: ecco che automaticamente si inizierebbe ad alleviare anche la crisi economica che NON sta invece venendo affrontata dal governo (probabilmente in attesa di improbabili via libera da Bruxelles) (*1).
Invece niente: stiamo continuando con una quarantena che funzionicchia ma che sta massacrando il paese e, contemporaneamente, non si prendono le iniziative necessarie per abbattere significativamente il contagio (ovvero più tamponi ed esami).
Un video che mi pare significativo: Coronavirus, Marco Lillo: “Ho comprato online il test sierologico e ho scoperto, da solo, che ho avuto il Covid”. Ecco come funziona – VIDEO di Marco Lillo da IlFattoQuotidiano.it
Traetene voi le conclusioni.
Invece, se ho capito bene, invece di andare a fare controlli mirati su chi è paucisintomatico, in Italia si prepara una sorta di campionamento dell’intera società: si andrà cioè a testare per gli anticorpi un campione rappresentativo per genere e per fascia d’età dell’intera popolazione italiana.
Premetto che non sono sicuro di aver capito bene: ma quale sarebbe lo scopo di questo esercizio?
Alla fine si saprà che un abitante della provincia di Firenze ha una certa probabilità di avere il virus o di essere immune mentre un abitante di Agrigento avrà altre probabilità. E allora? A cosa servirà sapere che tizio ha il 20% di probabilità di essere immune e il 2,5% di essere infetto?
E che invece Caio di un’altra provincia ha il 12% di essere immune e il 3% di essere contagioso?
Questi dati sono forse utili per un’analisi epidemiologica ma non danno indicazioni su cosa dovranno e potranno fare i singoli individui che è invece ciò che ci interessa in questa momento, ovvero: sono infetto e devo stare in quarantena, sono immune e posso tornare alle mie normali attività oppure non sono infetto ma neppure immune e quindi devo continuare a usare la massima prudenza.
Vabbè: magari ho capito male io e grazie ai dati raccolti, in una maniera che al momento mi sfugge, saremo in grado di iniziare a tornare a una sorta di normalità...
Nota (*1): ovviamente chi si dichiara immune senza esserlo dovrebbe essere severamente multato.
[10/4/2020 17:20]
Oggi non avrei molta voglia di scrivere del Coronavirus ma ho scoperto dei nuovi dati molto interessanti e mi sembra importante diffonderli il più rapidamente possibile.
Come sapete ormai da un mesetto mi sto lamentando del fatto che in Italia si facciano pochi tamponi col risultato di non riuscire a identificare gli asintomatici (testando le persone che hanno avuto contatti con ammalati) e i paucisintomatici.
In realtà questo era vero fino, grossomodo, tutto marzo ma da inizio aprile sembrerebbe che ci sia stato un significativo aumento dei controlli: probabilmente ancora non abbastanza data la diffusione della malattia ma almeno stiamo andando nella direzione giusta.
Questi nuovi dati li ho trovati su un sito gestito dall’università di Oxford che aggrega i dati prendendoli da varie fonti ufficiali: To understand the global pandemic, we need global testing – the Our World in Data COVID-19 Testing dataset di Joe Hasell, Esteban Ortiz-Ospina, Edouard Mathieu, Hannah Ritchie, Diana Beltekian and Max Roser su OurWorldInData.org
Conclusione: per adesso i dati dal lato sanitario iniziano a essere debolmente confortanti; manca sfortunatamente la presenza dello stato nell’aiuto alle aziende e alle famiglie in difficoltà: chiacchiere, temporeggiamenti, probabilmente in attesa del via libera da Bruxelles, che lasciano le contromisure allo “studio” dal governo in puro stallo. Almeno fino a quando “la vecchia non cacherà il lesso”...
alla prima stazione
1 ora fa
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