“È mio!”, “È mio!” si alternavano a rispondere i ragazzi di una classe alla domanda del professore.
Si tratta di una vecchia pubblicità, penso di fine anni ‘80 o inizio ‘90, non ricordo. Mi pare, sottolineo la mia incertezza, che l’oggetto del contendere fosse un preservativo (spero non usato!) che l’insegnate, un po’ schifato, trovava sulla cattedra e chiedeva quindi minacciosamente a chi appartenesse. I bravi giovani coscienziosi, per far capire che non c’era da vergognarsi a combattere l’AIDS, sfidavano il professore dichiarando in pratica che il preservativo era di tutti e che cioè tutti dovevano usare il preservativo.
Evidentemente tale pubblicità dovette colpire la mia giovane mente adolescenziale tanto che per svariati anni mi divertivo, in circostanze più o meno appropriate, a proferire le parole divenute proverbiali “Di chi è questo?”…
O almeno così mi pare che fosse la pubblicità: non ricordo proprio. Più tardi darò un’occhiata su Youtube: sono sicuro che qualche nostalgico l’avrà condivisa…
Ma in realtà il pezzo odierno non ha niente a che vedere né con la pubblicità né con i preservativi ma bensì con i protomiti!
Come forse sapete in questi giorni ho ripreso in mano l'Epitome e sto seguendo la mia lista di note per decidere quale modifiche fare subito e quale rimandare a una revisione futura.
Il commento che adesso avrei dovuto risolvere recita: «3.3 definire meglio a quale gruppo appartenga un protomito.»
L’osservazione è breve ma la risposta non è semplice. Voglio quindi ragionarci qui a “voce alta” per aiutarmi a chiarirmi le idee…
Quindi consiglio a chi non abbia letto la mia Epitome, e non fosse interessato al mio modo contorto di ragionare, di abbandonare immediatamente la lettura di questo pezzo che, da qui in avanti, gli riserverà ben poco di utile!
In effetti la problematica accennata dalla nota evidenzia un groviglio di idee decisamente confuso della mia teoria. Probabilmente un buon punto di partenza è districare le varie nozioni sulla relazione fra protomiti e gruppi elencandole una dopo l’altra.
Vediamo (a memoria)…
1. Ogni protomito appartiene a un gruppo.
2. La proprietà di alcuni protomiti può essere contesa fra più gruppi.
3. In alcuni casi la proprietà è stabilita dalla società nel suo insieme.
4. Più il protomito è semplice e più la sua proprietà è diffusa.
5. La distorsione, vista come estrema semplificazione di un protomito, appartiene all’intera società.
Vabbè, mi sono un po’ divertito a esaltare le contraddizioni fra le diverse affermazioni eliminando i vari “in genere”, “spesso”, “di solito” e via discorrendo…
È però evidente la necessità di fare maggiore chiarezza.
Innanzi tutto andrebbe definito anche che cosa intenda con “proprietà” dato che un protomito alla fine è un’idea di complessità variabile.
Il proprietario di un’idea è colui che può modificarla. Ma per dare senso a questa informazione si deve aggiungere il concetto di subprotomito qualitativo: ogni protomito possiede infatti un potenzialmente infinito numero di subprotomiti qualitativi che si rifanno a quello più complesso.
L’unica proprietà di cui ha senso parlare è quella del protomito più complesso visto che gli altri subprotomiti vanno a “rimorchio” di questo.
Ma questa specificazione è in contrasto col punto 4 dove affermo che, via via che un protomito diviene più semplice (subprotomiti qualitativi), la sua proprietà diviene più diffusa.
Il problema di fondo è che la mia definizione di protomito si può applicare a qualsiasi idea: questo suo polimorfismo la rende molto flessibile ma, nel caso della proprietà, porta invece dell’ambiguità indesiderata.
Probabilmente la soluzione è semplice quanto drastica: non devo affermare il punto 1 e, contemporaneamente, giustificare le diverse forme di eccezioni dei punti successivi.
Semplicemente devo riformulare il punto 1 in qualcosa del tipo: “Ogni gruppo può controllare degli specifici protomiti” ed ecco che ogni contraddizione è eliminata…
Sì, mi sa che questa è la soluzione più semplice e corretta: in verità quando scrissi la definizione del punto 1 avevo in mente dei protomiti specifici, quelli relativi al ruolo e autonomia di un gruppo: in questo contesto l’affermazione ha un suo senso. Ma in realtà il concetto di protomito è molto più ampio e cercare di vincolare specifici protomiti a specifici gruppi è sbagliato.
Alla fine, sì, mi pare che la definizione del punto 1 sia proprio un errore: del resto appartiene al nucleo iniziale della mia teoria ed era previsto che alcune di queste idee dovessero col tempo evolvere.
Quindi la mia Epitome è tutta sbagliata? No: in verità questo “nodo” è un dettaglio molto marginale. In realtà, grazie alle “eccezioni” dei punti da 2 a 5 applicavo già i concetti corretti nelle parti successive dell’opera…
Vabbè: ci penserò su ancora un po’ e poi deciderò cosa fare…
Conclusione: per sapere cosa ho deciso dovrete leggere il capitolo 3.3 della versione 1.5.1 della mia Epitome!
PS: Il professore mi ricorda un po’ Mattarella...
Ancora sulla sanità (pe' malati c'è la china...)
48 minuti fa
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