A sorpresa un mio amico mi ha scritto che questa è una delle sue serie preferite: io temevo invece che fossero pezzi ritenuti troppo superficiali e noiosi!
Per rimettermi in pari avevo sospeso la lettura dei fascicoli ma, ovviamente, non ero più andato avanti con questa serie: oggi avrò quindi la difficoltà ulteriore di commentare articoli letti molti mesi fa...
Vediamo il bicchiere mezzo pieno: così mi ricorderò solo i dettagli interessanti!
Historia – febbraio 1974
Il grido cocente che lo scatenò e che lo fece vincere: “Bastardo!” di Franco Arturi → In Ultimisstoria 9 commentai un articolo di Historia del 1966 sempre sullo stesso argomento: la conquista di Guglielmo di Normandia dell'Inghilterra e la battaglia di Hastings. La precedente descrizione di tale battaglia non era credibile e, infatti, in questo articolo la spiegazione è piuttosto diversa: non fu con le sole frecce che i normanni riuscirono ad avere la meglio ma fu la morte in battaglia del re Harold che provocò il panico e quindi la fuga dell'esercito sassone. Il titolo dell'articolo, come avevo già notato altre volte, non c'entra niente o quasi con l'articolo stesso...
Il «flagello di Dio» combatteva con la spada di Marte di Olga Ceretti → un articolo che mi ha incuriosito. Nella mia tragedia (v. AedE (At. 1, Sc. 1) e seguenti) avevo introdotto la “spada di Ares” ma solo perché un'arma del genere era presente nelle leggende degli sciti. In realtà infatti Ares me lo sono sempre immaginato armato di lancia!
Invece sembra che leggende di tale spada (forse più tarde perché attribuite a Marte) esistessero davvero: secondo l'articolo un pastore donò la spada di Marte, trovata in un campo, ad Attila; è da sottolineare che le spade accompagnavano gli sciti (immagino quelli più ricchi dato il valore dell'arma!) nella sepoltura e così, periodicamente, queste venivano ritrovate nei campi. Poi, come al solito, il titolo non ha niente a che vedere con l'articolo che descrive invece le imprese del re degli unni dedicando solo poche righe alla spada...
Archiloco: il più moderno dei poeti antichi di Nella Provenzal → articoletto di due pagine. Non conoscevo tale poeta ma mi ha incuriosito il nome. La sua storia in effetti è interessante e dovette trattarsi di una persona poliedrica. Comunque si guadagnò una pessima fama fra i contemporanei: respinto da una fanciulla, chiamata Neobule, (o dal padre che prima gliela promise in moglie e poi cambiò idea...) il suo amore si trasformò in odio cosicché iniziò a scrivere versi che mettevano in dubbio le virtù di Neobule e del padre di lei. Questi per difendere il proprio onore si impiccò e le figlie, Neobule e la sorella, lo seguirono nella morte. Altri tempi!
Nomi italiani per le città d'America di S.D.B → articolo divertente che elenca le città americane che hanno il nome di città italiane aggiungendo di volta in volta qualche curiosità.
Rome → 12
Florence → 21
Venice → 3
San Remo → 1
Rimini → 1
Verona → “alcune”
Milan → 6
Genoa → 8
Naples → 7
Palermo → 2
Tarentum (Taranto) → 1
Siracusa (Syracuse) → 1
Torino → 3
Ho la sensazione che l'alto numero di “Florence” sia dovuto anche al fatto che esso è anche un nome femminile...
I tempi cambiano! Controllando in pochi secondi su Wikipedia ho scoperto (contato!) che le cittadine chiamate Florence negli USA sono in realtà 25: chissà quante ricerche furono necessarie all'autore dell'articolo nel 1974 mentre adesso bastano pochi clic per saperne addirittura di più...
Historia – dicembre 1974
Gli orientali puntano a ovest di D.L → articoletto di due pagine. Mi interessava perché il fenomeno dell'esplorazione europea è uno dei concetti più importanti di Harari. Secondo Harari scienza, esplorazione e imperialismo si sostennero in una sinergia che portò allo sviluppo di tutti questi fattori. È interessante verificare come mai fallirono (anzi, come mai non ebbero gli stessi risultati) le grandi esplorazioni cinesi. Per quanto dall'articoletto di due pagine non sia possibile esserne sicuri mi pare che Harari abbia ragione: le esplorazioni cinesi “fallirono” perché mancavano i pilastri della ricerca e dell'impero.
Quintus Sertorius: fine di una democrazia di O.C.B → altro articoletto di due pagine. Mi ha incuriosito questo nome romano che non avevo (ignorante io) mai sentito. Siamo nel I secolo a.C., Cartagine è stata distrutta da oltre mezzo secolo e ormai Roma è la padrona incontrastata del Mediterraneo. La Spagna è romana ed è qui che Quintus Sertorius sta cercando di organizzare una forma di governo locale, relativamente democratica (in cui i locali sono considerati alla pari con i romani!) e indipendente da Roma. Pompeo viene mandato in Spagna e lo sconfigge: fine.
Pietro Valdo: solo nella povertà c'è la salvezza di Nazzareno D'Errico → breve articolo sul fondatore dei valdesi e le numerose persecuzioni che questi hanno subito. L'argomenta mi interessa da quando scoprii il legame fra uso politico dell'inquisizione e successivo convincimento della reale esistenza delle streghe. Inoltre la vicenda dei valdesi dimostra ancora una volta come la forza, specialmente quando è usata in maniera cinica e feroce, riesca spesso ad avere la meglio sui buoni propositi (v. anche la “gradevole falsità” in Libertà d'opinione (1/2)).
Un muro di fiamme fermò I tedeschi nelle Ardenne di Amilcare Giovanditto → in genere gli articoli sulla seconda guerra mondiale non mi interessano: questo però mi ha incuriosito perché io, semplificando molto, sapevo che la controffensiva tedesca ebbe successo fin quando durò il mal tempo ma, appena tornò il sereno, la superiorità aerea alleata ebbe facilmente la meglio. L'articolo in verità non nega tale ricostruzione ma aggiunge il particolare della difficoltà di approvvigionamento di carburante dovuto al fatto che i depositi di cui i tedeschi volevano impossessarsi furono dati alle fiamme. Bo... teoria che mi convince il giusto... ma non entro nel merito...
Fu il figlioccio di un boia a comporre «Stille Nacht» di Maria Rivieccio Zaniboni → sui titoli degli articoli è meglio stendere un velo pietoso... Comunque la storia della nascita di “Bianco Natale” è realmente bella! Composta quasi per caso in un solo giorno (il 24 dicembre del 1818, a Oberndorf in Austria, poiché i topi avevano reso inservibile l'organo della chiesa locale, si cercò di ideare una melodia alternativa adatta a essere suonata con una chitarra!) da un compositore dilettante ebbe in seguito una diffusione clamorosa in tutto (quasi!) il mondo.
Trovò tra gli zingari la via del successo di Olga Borsini → normalmente non avrei letto un articolo di questo tipo (dal titolo non lo si capisce ma racconta la vita di uno dei librettisti di Verdi: Temistocle Solera) ma essendo in bagno e non avendo altro a portata di mano...
E infatti non ricordo niente che mi abbia colpito: la solita vita che raggiunge ricchezza e fama ma che poi sperpera tutto. Suppongo che, in questi casi, quando il successo è legato più alla sorte che alle capacità (se Verdi non avesse musicato il suo libretto cosa ne sarebbe stato di Temistocle?) esiste il pericolo che chi è favorito dalla fortuna non se ne renda conto e si illuda di essere l'esclusivo artefice del proprio destino: in questi casi fare il passo più lungo della gamba è molto facile. Per una trattazione più approfondita dello stesso argomento rimando a 4 aneddoti e 1 domanda...
Conclusione: lo so... ho scritto di appena due numeri di Historia... Ma sono già alla terza pagina del mio editore di testi e, soprattutto, mi fa caldo: visto che nessuno mi insegue preferisco andare al mio ritmo...
Il figlio della Concetta
3 ore fa
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