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lunedì 27 giugno 2016

Vittoria democratica insidiata

La vittoria del “brexit” è una vittoria della democrazia inglese: eventuali ripensamenti, ulteriori votazioni, delegittimazioni o lungaggini politiche che andassero contro la volontà popolare espressa dal referendum sarebbero di gran lunga più gravi di ogni ipotetico danno economico.
Se non si accetta il risultato di un referendum solo perché non ci piace, allora non si ha idea di cosa siano la democrazia e i suoi principi: attualmente infatti il referendum è la massima espressione democratica di un paese.

Quello a cui assistiamo in questi giorni è la reazione dei parapoteri (*1) che cercano di aggirare con ogni mezzo l'esito del voto. In particolare, sul piano sociale, varie fasce di popolazione sono aizzate dalla stampa per protestare contro il “brexit”: forse lo scopo è quello di preparare il terreno per legittimare, a forza di urla e cortei, azioni antidemocratiche (queste invece preparate dietro le quinte lontano dalle telecamere...) atte ad aggirare il volere espresso dalla maggioranza. Anche in Italia sui media (in gran parte controllati dai parapoteri) è tutto un profetizzare sciagure e disgrazie per gli UK e per chi osasse anche solo pensare di fare altrettanto.

Ci raccontano che un milioni di inglesi si è già pentito e che il voto è stato influenzato da sentimenti anti immigrazione. Probabilmente entrambe le affermazioni sono parzialmente vere ma c'è qualcosa di molto più importante di cui si tace: la pochezza di quanto questa Europa delle banche offra agli europei. Come ho scritto in Pentito l'unico reale beneficio per i comuni cittadini è stato la libera circolazione delle persone ma, peraltro, tale accordo non fu firmato dagli UK.

Il vero problema dell'Europa è la sua carenza democratica: da una parte il Parlamento Europeo (PE), l'unico organo democraticamente eletto dagli europei, non risponde agli elettori ma solo ai diversi partiti europei a cui appartengono i suoi membri; dall'altra parte c'è l'opacità decisionale del Consiglio Europeo in cui, quando viene presa qualche iniziativa sgradita, tutti danno la colpa ai ministri di altri paesi...
Il risultato della scarsa democrazia è la delegittimazione delle istituzioni a essa collegate: in questo caso dell'UE. Non è un caso la distanza che i cittadini sentono dalle leggi di matrice europea viste (spesso giustamente) come ulteriore burocrazia, tasse, divieti e regolamenti che non soddisfano nessuno e che finiscono per scontentare tutti.

La “brexit” dovrebbe essere l'opportunità per ripensare questa Europa e, magari, rifondarla o almeno correggerla. Invece si finge che vada tutto bene, che questa Europa sia già perfetta o quasi, e non si fa una seria autocritica di ciò che non va.

Ad esempio ricordiamoci che questa Europa così “meravigliosa” è la stessa che per egoismo e ricerca del profitto sta affamando la Grecia e che, al momento opportuno, affamerà l'Italia.
Lo ripeto (v. anche Pentito) questa Europa non è quella che sognavamo trentanni fa ma è un incubo in cui i soli che hanno qualcosa da guadagnarci sono i parapoteri.

Conclusione: volevo scrivere un corto ma mi dispiaceva sacrificare a favore della brevità qualche idea o non ribadire alcuni concetti importanti...

Nota (*1): parapotere = “potere forte” nel senso spiegato in Rimpiazzo per “potere forte”...

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