Nel precedente KGB sullo stato del mondo ho fatto un'introduzione storica, per forza di cose superficiale, alla situazione attuale.
Riassumendo avevo evidenziato il seguente argomento:
Con il crollo dell'URSS gli USA sono diventati un impero commerciale (sarebbe più corretto “economico/finanziario” ma mi piace mantenere l'analogia con l'impero cartaginese!) e, di conseguenza, dalle scelte politiche miopi.
E alcune delle sue conseguenze:
- lo ripeto ma è fondamentale: le scelte strategiche di un impero commerciale sono miopi essendo basate solo su costi e ricavi nel breve, massimo medio, termine.
- Gli ideali di giustizia e libertà sono solo diventate una maschera ipocrita dietro la quale nascondere gli interessi economici (miopi!). Equivale al trionfo dell'influenza dei poteri forti economici/finanziari.
- In precedenza gli USA avevano alleati adesso hanno partner commerciali. Anzi si tende a confondere i primi con i secondi e vice versa. E l'importanza dell'alleato/partner commerciale dipende quasi esclusivamente dal volume degli scambi.
- - Questo ha portato a una valutazione errata della Cina a causa della sua importanza economica. In particolare non ci si è resi conto che nel lungo termine i vantaggi economici delle grande aziende (i nuovi poteri forti) avrebbero comportato una crisi economica generale e l'impoverimento della classe media a favore, almeno temporaneamente, dei super ricchi.
Adesso proverò ad andare oltre.
Dei problemi della democrazia ho parlato a più riprese e rimando a Democrazia 1/3 e seguenti per maggiori informazioni.
La società moderna è molto complessa e deve essere fatta funzionare in armonia: questo significa che deve esserci un sistema per prendere le decisioni (sistema di potere) che tuteli gli interessi di tutte le parti. La soluzione ideata secoli fa, la “moderna” democrazia, si basa sul presupposto che ogni cittadino voti un proprio rappresentante che tuteli i suoi interessi.
Questa teoria ha numerose fallacie che non starò a ripetere ma faccio solo una considerazione: fra i singoli uomini di oggi e quelli di un paio di secoli fa non ci sono differenze sostanziali; al contrario le “grandi” aziende di allora sono diventate adesso delle multinazionali che hanno fatturati paragonabili a quelli di stati medio piccoli.
Cosa significa questo? È semplice: mentre la capacità del singolo elettore di scegliere il meglio per il proprio interesse è rimasta più o meno costante, l'influenza dei poteri economici/finanziari si è moltiplicata a dismisura, sia al voto grazie al condizionamento dei media (che appartengono a grandi gruppi economico/finanziari) che dopo di esso con pressioni dirette sui politici.
La conseguenza è che la politica fa sempre meno gli interessi della totalità dei cittadini e sempre più quelli dei poteri forti economici (e di conseguenza di un ristrettissimo numero di persone).
La forbice fra ricchi e poveri è dovuta principalmente all'influenza, a proprio vantaggio, dei poteri forti sulla politica. Alla ricerca di un grafico adatto (non trovato) mi sono imbattuto in questo interessante articolo su Wikipedia: Income inequality in USA in particolare rimando al paragrafo “Political polarization”...
La democrazia non è quindi assolutamente il sistema perfetto che ci viene inculcato a scuola: è un sistema con pregi e difetti ma che, negli ultimi decenni, ha dimostrato di funzionare sempre peggio.
Mi chiedevo se la tivvù, più degli altri media, abbia un ruolo sostanziale nella decadenza della democrazia. Mi pare plausibile: a differenza delle altre fonti di informazione la televisione, grazie alle immagini in movimento, è in grado di coinvolgere maggiormente gli spettatori tramite molteplici tipi di influenza subliminale. È risaputo, è proprio uno dei cardini su cui si basa la pubblicità, che la semplice ripetizione delle parole porta alla loro accettazione: nel nostro piccolo lo vediamo con Renzi che, limitandosi a negare la realtà (vaneggiando di aumento del lavoro, rilancio dell'economia, diminuzione tasse, etc...) evidente a tutti, riesce comunque a convincere una fetta consistente della popolazione.
Come ho spiegato nella precedente puntata ritengo che lo squilibrio commerciale (e quindi valutario) fra Cina e mondo occidentale sia la vera origine (v. Crisi economica per idioti e Sono stupido) delle crisi economiche che si stanno susseguendo.
Nel 2007-2009 la crisi colpì principalmente gli USA mentre in questi ultimi anni sta colpendo l'Europa. Quando c'è un problema, in genere, questo non sparisce da solo. A causa della miopia politica gli USA non hanno capito (o voluto capire...) il problema alla radice (che sarebbe la Cina) ma lo hanno solo spostato all'estero ovvero in Europa. Questo “sacrificio” europeo darà solo un temporaneo beneficio all'economia USA ma, una volta che l'Europa sarà stata economicamente vampirizzata (diciamo in 3-5 anni), la crisi tornerà a colpire gli USA. È come il naufrago che nel mare in tempesta, per rimanere a galla, si aggrappa alle spalle di un altro naufrago: momentaneamente potrà riuscire a prendere qualche boccata d'aria ma quando l'altro naufrago sarà affogato si troverà nella situazione iniziale.
Magari quello sarà il momento in cui la Cina passerà a una politica estera più attiva: al riguardo rimando alla parte finale del pezzo Ipotesi paranoica dove scrivo di Cina e filosofia del tao.
Un'altra tendenza è la diminuzione della libertà nelle democrazie occidentali. Le giustificazioni sono molteplici: lotta al terrorismo, lotta alla criminalità organizzata, lotta all'evasione, protezione del copyright e simili. Il culmine lo avremo col trattato del TTIP che toglie diritti/libertà addirittura agli stati sovrani.
Da una parte questa è una tendenza “naturale” della democrazia (v. Saggio sulla libertà di John Stuart Mill) che, attraverso la burocrazia, crea sempre più norme e vincoli che, col pretesto di tutelare la collettività, riducono la libertà dei singoli.
A mio avviso la tendenza non è più completamente spontanea ma è cavalcata da una regia occulta che non può che essere composta dai soliti poteri forti economici/finanziari: lo scopo ancora non mi è chiaro ma sicuramente non si tratta del bene dell'umanità ma piuttosto della ricerca di un profitto immediato...
Un indizio concreto lo dà il TTIP: diversamente da come si potrebbe pensare tale trattato non favorisce gli USA come stato ma essenzialmente le multinazionali: la differenza è che la maggioranza della popolazione negli USA, avendo numerose multinazionali, non ci rimetterà. Ma chi realmente ci guadagnerà saranno le corporazioni. Inutile dire che per l'Italia, che praticamente non ha multinazionali, sarà un disastro totale: non per nulla Renzi è entusiasta del TTIP...
Non so: forse lo scopo è semplicemente quello di indebolire i diritti individuali per rendere più forti gli Stati, dei quali hanno sempre maggiore controllo, per poter comodamente fare i propri interessi: più infatti un cittadino è libero e meno forte è il potere dello Stato (v. Capitolo VI) e vice versa.
Un'ultima considerazione: molti uomini agiscono in una certa maniera perché credono fermamente in specifici principi o ideali. Il punto non è se questi ideali siano giusti o sbagliati ma che gli uomini (almeno alcuni) siano disposti ad andare contro il proprio benessere immediato in nome di essi.
Quale impatto avrà quindi negli USA la perdita di valori come giustizia e libertà?
Mi spiego meglio: la stragrande maggioranze delle persone che lavorano nella macchina statale USA sicuramente credono che il loro governo persegua certi ideali e sono quindi disposti a molti sacrifici per esso. Ma quando lentamente la consapevolezza che il governo USA persegue gli interessi delle multinazionali e solo in subordine dei propri cittadini cosa accadrà?
Ha senso essere patriottici per uno Stato che fa gli interessi di pochissimi e non di tutti?
Edward Snow ci ha dato la sua risposta. Probabilmente la maggior parte delle persone, anche condividendo la sua opinione, non avrebbero il suo coraggio di rinunciare a una vita privilegiata per le proprie convinzioni: di sicuro però lavorerebbero sempre meno e peggio facendo il minimo indispensabile. Tanto per fare un confronto storico una delle cause del collasso dell'URSS fu la crescente inefficienza delle proprie organizzazioni: ricordo che negli ultimi anni una parte spropositata della produzione agricola veniva ricavata da singoli contadini (v. Agricolture in Soviet Union). Cito wikipedia: «Although accounting for a small share of cultivated area, private plots produced a substantial share of the country's meat, milk, eggs, and vegetables. Although never more than 4% of the arable land in the USSR, private plots consistently yielded a quarter to a third of total produce. In other words, private plots were more than 8 to 12 times as productive.»
La ragione di questa maggiore efficienza, oltre all'incentivo del guadagno personale, certamente sta nel fatto che i lavoratori dei kolchoz non credevano più nell'ideologia comunista e facevano quindi il minimo indispensabile...
Il punto di questa mia intuizione è che una società deve basarsi su ideali e non si può fondare sull'ipocrisia quando questa è percepita come tale.
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