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venerdì 8 giugno 2012

Donne, alieni e un libro di successo

Come ho già avuto più volte modo di scrivere, spesso mi capita di iniziare un post senza poi completarlo: a volte me ne dimentico, altre volte perdo interesse oppure diventa troppo complesso o noioso...

Stavolta riprendo in mano uno di quei post “dimenticati”: per la precisione questo l'avevo iniziato a scrivere nel lontano aprile 2011 (vedi il corto Sfatto) e ci avevo rimesso le mani sopra lo scorso dicembre senza però venirne a capo.
Oggi, complice un post del blog del Corriere.it, “La 27° ora”, ci riprovo.

Periodicamente faccio strani sondaggi presso amici e conoscenti.
In genere sono mosso da sincera curiosità: tipicamente non sono sicuro di quale sia l'idea della maggioranza (o di uno specifico gruppo di persone) su un determinato argomento.
Quindi chi mi conosce è abituato a ricevere, con cadenza variabile, qualche buffa domanda e, in genere, pazientemente si rassegna a rispondermi. Io poi metto insieme le risposte ricevute e sono tutto soddisfatto.

Di solito ricevo almeno un buon 80% di risposte da parte degli interpellati ma non sempre è così. L'eccezione più clamorosa fu per un sondaggio “sentimentale”, particolarmente complicato, rivolto solo alle mie conoscenze maschili.

In effetti il sondaggio era più bizzarro e complesso del solito in quanto ricorreva all'espediente dell'alieno (*1).

La domanda era qualcosa del tipo: “Sei prigioniero di un alieno insieme a due gemelle dall'aspetto completamente identico. Entrambe le gemelle sono ugualmente innamorate di te. Le gemelle hanno la stessa personalità con l'unica differenza che una delle due è molto più intelligente dell'altra. L'alieno ti impone di scegliere una delle due gemelle con la quale trascorrere il resto della prigionia. Quale scegli: quella più intelligente o quella normale?”

Io mi aspettavo un plebiscito a favore di quella normale invece, le poche risposte che ricevetti, optavano senza incertezze per quella più intelligente.
Rimasi molto stupito. Raramente le mie aspettative sono così clamorosamente disattese.

La mia logica era: dato che l'unica differenza fra le due donne è nell'intelligenza, da un punto di vista pratico cosa cambia per me? Mi immaginavo situazioni in cui l'alieno ci obbligava a prendere delle decisioni e pensavo che la gemella meno intelligente si sarebbe fidata maggiormente delle mie scelte mentre quella più intelligente avrebbe voluto capire e dibattere le mie ragioni.
Un mio amico, sposato da molti anni, obiettava che, indipendentemente dall'intelligenza, entrambe le donne avrebbero voluto delle spiegazioni e, a quel punto, era più probabile trovarsi d'accordo con quella più intelligente.
Così provai a spiegarmi meglio: ovviamente avrei dovuto dare spiegazioni ad entrambe, ma avevo la sensazione che alla ragazza meno intelligente avrei potuto “nasconderle” dei passaggi intermedi, magari difficili o impegnativi da spiegare, mentre quella intelligente si sarebbe accorta dei miei “trucchi” e mi avrebbe quindi chiesto argomentazioni più dettagliate (facendomi "perdere" un sacco di tempo!).

Fra i motivi per cui non ho pubblicato prima questo post è forse che alla fine, amici e conoscenti, avevano finito per instillarmi un ragionevole dubbio sulla mia scelta.
Anzi mi sentivo pure un po' maschilista a preferire la donna più “oca” e, dal mio punto di vista, meno impegnativa...

E invece oggi scopro sul Corriere.it il post (questo qui) a cui ho accennato nella premessa!
In pratica in tale articolo (*2) è spiegato che le donne molto intelligenti hanno difficoltà a trovarsi un compagno perché, nelle coppie dove la donna è più intelligente, l'uomo si sente in difficoltà e tende a scappare. Situazione analoga sul lavoro ma questo esula un po' del mio post...

E quindi?
Allora o avevo ragione io, e i miei amici erano meno sinceri di me, oppure il post del Corriere.it, che del resto non mi pare abbia basi scientifiche (*2), ha preso un abbaglio. L'autrice di tale post potrebbe aver erroneamente dedotto dal successo del libro che moltissime donne intelligenti hanno difficoltà a trovare un compagno mentre magari, tale successo di vendite, potrebbe indicare (così tanto per dare la prima ipotesi alternativa che mi viene in mente) che moltissime donne senza un compagno, sentendosi amareggiate e incomprese, hanno comprato tale libro per gratificare la propria autostima perché leggendolo possono dirsi: “anch'io non ho un compagno perché sono troppo intelligente...”

Conclusione: spero sia vera la prima ipotesi, quella dove ho ragione io!
A parte gli scherzi, la teoria che volevo verificare col mio sondaggio informale, era che, contro intuitivamente, per gli uomini l'intelligenza della propria compagna fosse irrilevante e che, anzi, tale intelligenza avrebbe potuto rivelarsi pure fastidiosa e quindi non auspicabile.
Le risposte dei miei amici furono invece un plebiscito a favore della donna intelligente così che, confuso, non seppi più cosa pensare: possibile che la mia ipotesi fosse completamente sballata e che io fossi, magari, molto più maschilista della media dei miei conoscenti?
Infine è arrivato il post del Corriere.it di oggi che pare invece confermare la mia sensazione/teoria...
In effetti ci sarebbe molto altro da aggiungere ma preferisco fermarmi qui...
Magari qualche lettore/lettrice potrebbe illuminarmi!

Nota (*1): L'alieno è un “trucco” per definire situazioni limiti che altrimenti sarebbero troppo irrealistiche per essere prese in considerazione. Un esempio: “un alieno ti dice di scegliere di sacrificare un tuo amico oppure 100 sconosciuti. Tu che fai?”
Nota (*2): non so su quali dati si basi il post: apparentemente sembra basarsi solo sul successo di un romanzo...

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