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giovedì 28 febbraio 2019

Punto politico 2019-1

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 1.1.1 "Psicomante Maior").

È da molto tempo che non scrivo di politica: non si è trattato di una scelta “editoriale” ma solo di una crisi di rigetto. Avevo scritto troppo e mi ero stressato su questioni che mi interessavano il giusto…

Tutto sommato, anche adesso, non sento particolari esigenze di esprimermi riguardo governo od opposizioni però, visto che sono passati molti mesi e che comunque delle tendenze iniziano a emergere, oggi farò un piccolo sforzo per riepilogare e aggiornare il mio punto di vista.

Nel prosieguo adopererò massicciamente le definizioni di populismo che ho dato nell’Epitome, in particolare nei capitoli 12.3 e 12.4.

Complessivamente mi sembra di aver letto molto bene la situazione politica: i miei pezzi estivi sono ancora, almeno per certi aspetti, piuttosto attuali.
In breve le mie posizioni:
- M5S: a livello parlamentare è diviso in due: il M5S-Grillo/Casaleggino e il M5S-Di Maio. Il M5S-Grillo è un populismo apparente e (tendenzialmente) rinunciatario; il M5S-Di Maio è un populismo apparente e ambizioso, composto principalmente dai parlamentari al secondo mandato.
- Lega: era il mio dilemma. Che fosse un populismo era ovvio: ma si tratta di un populismo reale o apparente?
- Salvini: abilissimo equilibrista politico: di gran lunga superiore alla concorrenza italiana.

Vediamo com’è cambiato il mio punto di vista.
-M5S: mi aspettavo qualche tensione interna, fra M5S-Grillo e M5S-Di Maio, ma non le ho notate. Ipotizzo che gran parte delle tensioni si siano risolte con la spartizione dei ministri pentastellati. Questo spiegherebbe anche il comportamento a macchia di leopardo dei ministri del M5S: alcuni sembrano effettivamente interessati al benessere del popolo (da veri populisti reali e non apparenti) mentre altri invece sembrano obbedire direttamente alle lobbi (da bravi populisti apparenti e rinunciatari).
Nel complesso credo che il mio giudizio sul M5S fosse troppo basato sulla dicotomia contrapposta fra Grillo/Casaleggino e Di Maio. Invece, come avevo avuto modo di constatare nei miei anni di attivismo nel territorio, dipende molto dai singoli: così come fra gli attivisti la maggioranza è in buona fede e non ricerca il proprio interesse, anche fra parlamentari e ministri (ovviamente) con percentuali molto diverse, la situazione è simile. Effettivamente quindi una significativa percentuale di parlamentari e ministri del M5S sono dei populisti reali, ovvero vorrebbero realizzare il bene per la democratastenia.
Ho quindi la sensazione che la politica del M5S corra su due binari paralleli: alcuni ministri sembrano dei funzionari delle lobbi, altri invece si battono per il bene del paese.
Credo anche che sia proprio colpa dei ministri populisti-apparenti la disaffezione degli elettori pentastellati verso il movimento (pur considerando l’ormai noto svantaggio dei candidati sconosciuti contro volti più noti che il M5S patisce regolarmente nelle elezioni locali).
- Cosa sia la Lega in realtà si sovrappone con cosa sia Salvini: è chiaro infatti che i rappresentanti della Lega, soprattutto quelli delle ragioni dove non è radicata, sono sostanzialmente degli opportunisti che però obbediscono a Salvini. Quanto Salvini riuscirà a controllarli è discutibile (io temo poco): persone scadenti e magari di dubbia moralità non diventano abili e onesti amministratori solo perché il proprio capopartito glielo chiede ma, forse, si riuscirà a salvare le apparenze…
-Salvini. Su Salvini, e in effetti per tutto il governo, avevo scritto (v. Previsione per l’autunno) che sarebbe stata decisiva e rivelatrice la manovra finanziaria.
Supponevo infatti che le inevitabile divergenze fra populismo apparente e populismo reale, o altrimenti che le affinità fra populismi apparenti, sarebbero divenute evidenti con la manovra finanziaria.
In realtà sono io un cattivo politico: troppo idealista per accettare qualsiasi compromesso moralmente (*1) dubbio. Invece Salvini, come aveva già dimostrato nella lunghissima fase di contrattazione per la formazione del governo, ha molti meno scrupoli di me per ottenere il risultato che gli interessa.
Nel nostro caso all’epoca della manovra avevamo: 1. il previsto attacco congiunto media/spread da parte dei parapoteri EU che puntavano a ottenere col ricatto l’ennesima finanziaria contro l’Italia; 2. un M5S titubante e incerto sulla direzione economica da seguire ma tendenzialmente pronto a seguire le “indicazioni” EU; 3. il ministro Tria “del presidente” e quindi, ipotizzavo, non particolarmente affidabile; 4. un difficile rapporto col M5S dove la Lega era la parte debole che aveva più da rimetterci da un’eventuale crisi di governo.

I punti 1 e 2 li avevo previsti ed erano prevedibili. Sul ministro Tria avevo probabilmente sopravvalutato la forza del presidente di imporre un “proprio” uomo: intendo dire che Tria non era così sgradito e improponibile a Salvini come temevo. Che abbia l’etichetta di essere del “presidente” è invece un vantaggio perché, se se ne dovessero verificare le condizioni, potrà essere facilmente denunciato (politicamente) e scaricato come tale. Ma nel complesso Tria mi sembra si stia dimostrando essere un “tecnico” serio, che segue le indicazioni del governo e non quelle del presidente.
Ma è soprattutto sul punto 4 che avevo sbagliato le mie previsioni: la crescita impensabile (*2) della Lega, che pure avevo previsto anche se non di queste dimensioni, le sta dando una certa forza potenziale nell’eventualità di una crisi di governo. Contemporaneamente il limite dei due mandati tiene molti parlamentari al secondo mandato del M5S prigionieri di questa legislatura alla quale, comprensibilmente, non vogliono rinunciare. Nel complesso la forza della Lega nell’orientare le scelte del governo è molto maggiore di quanto avevo previsto.
Detto questo la manovra risultante è stata una cosina anodina che va sì nella direzione giusta ma, per rispettare le imposizioni EU, manca totalmente del necessario vigore. Diciamo che siamo passati dal veleno spacciato per medicina somministrato dai governi Monti e successivi, all’aspirina che, male non fa, ma che da sola non basta a far guarire da una polmonite…
Questo significa che anche Salvini (e quindi a rimorchio la Lega) è un populismo apparente?
No: semplicemente la manovra non ci dà un’indicazione risolutiva come invece credevo.
Questa manovra, per quanto modesta, potrebbe essere comunque il meglio ottenibile da Salvini data la congiuntura politica interna ed esterna. Oppure potrebbe essere anche Salvini un populista apparente...

Per una volta saranno molto importanti le elezioni politiche europee: una forte affermazione dei partiti “sovranisti” potrebbe infatti rendere l’EU meno tossica e meno ostile all’Italia.

Conclusione: lo so: si tratta di analisi molto superficiali (per il mio solito) ma ultimamente sto seguendo pochissimo la politica.

Nota (*1): dove, nel caso della manovra economica, la morale corrisponde all’interesse economico degli italiani.
Nota (*2): per il mio solito! E comunque, grazie alla base teorica fornitami dall’Epitome, è un’analisi molto più profonda e accurata di quanto si può leggere sui soliti “giornaloni” o ascoltare nella propaganda dei telegiornali...

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