Attenzione! Questo è un pezzo sconclusionato che non porta da nessuna parte: chi lo legge lo fa a proprio rischio e pericolo (di annoiarsi).
Ho visto un film bellino (Boogeyman – L'uomo nero), beh diciamo discreto perché il finale stonava parecchio...
Inizialmente si vede un bambino nel suo letto che teme ci sia un mostro nella cameretta: poi arriva il padre a rassicurarlo ma viene preso da una creatura nascosta nello sgabuzzino!
Poi la vicenda si sposta di una ventina d'anni nel futuro: il bambino ormai è un giovane uomo terrorizzato da qualsiasi porta socchiusa, è stato in ospedale e crede che la visione avuta nell'infanzia fosse solo una fantasia per spiegare la scomparsa del padre. Poi si verificano un sacco di episodi strani che però possono essere interpretati come semplici suggestioni: in altre parole il film gioca sul dubbio che le paure del protagonista siano reali o no. Il finale sfortunatamente si trasforma in un banale splatter e si perde tutta l'ambiguità che aveva dato spessore alla pellicola: peccato...
Questa storia mi ha ricordato un racconto che scrissi nel 2001 o giù di lì: anche nella mia trama c'era un adulto che da bambino aveva avuto degli incubi nella sua cameretta. Ovviamente la mia versione era più complessa e alla fine si scopriva che il mostro era sì reale ma non sovrannaturale. Mi pare decisamente meglio il mio racconto anche se sono un po' di parte...
Ah, il film è di vari anni posteriore quindi non mi sono ispirato, nemmeno indirettamente, a esso!
Sono molto fiero della mia fantasia e mi secca molto quando scopro che qualcuno ha avuto un'idea simile alla mia: soprattutto se la mia idea è posteriore perché in quel caso si potrebbe pensare che la mia creatività ne sia stata influenzata.
Un giorno scrissi un racconto piuttosto modesto, anzi solo una sorta di prologo, dove c'era un professore gufo parecchio antipatico che trattava male i suoi studenti. Feci leggere questa bozza a un mio amico che mi stupì dicendomi che la figura del gufo (in realtà secondaria) gli sembrava pesantemente ispirata dal professore protagonista di una sua storia (questo mio amico scrive dei bei racconti). Io ci rimasi male: in effetti, sforzandomi, ricordai vagamente il racconto di questo mio amico ma non era assolutamente fra quelli che mi avevano più colpito, anzi...
Alla fine capii come stavano veramente le cose: entrambi, per la figura del professore antipatico, ci eravamo ispirati, evidentemente senza rendercene conto, a un nostro professore dell'università! Per questo i nostri personaggi si somigliavano così tanto!
Tornando al film, vedendo il protagonista che cerca di affrontare le sue paure (quando ancora le considerava delle semplici suggestioni), mi sono un po' immedesimato in lui.
Per i dettagli rimando a uno dei miei primi pezzi in assoluto, KGB le Origini: lo sterminatore, dove spiego come da bambino avessi ogni notte incubi a base di lupi mannari ma che, arrivato all'adolescenza, iniziai a essere io a uccidere i lupi mannari e infine smisi di sognarli.
Sfortunatamente i miei amici, come i miei lettori, sono prevalentemente ingegneri-chitarristi e fra loro non ho nessun psicologo (*1), un giorno però incontrai un'amica psicologa di mia cugina e mi affrettai a chiederle un'interpretazione sulla fine dei miei incubi a base di lupi mannari.
Ovviamente parlandole per soli cinque minuti non potei entrare nei dettagli e la sua spiegazione fu molto deludente: in pratica mi disse che, semplicemente, avevo superato le mie paure...
Ma se questa era l'interpretazione corretta non avrei dovuto semplicemente smettere di avere gli incubi? Che bisogno c'era di sognare la mia caccia spietata ai lupi mannari?
Non lo so.
Forse questi sogni evidenzino un lato vendicativo del mio carattere...
Anni fa fui pinzato da un calabrone vicino a un occhio: da allora appena vedo un calabrone (*2) invece di temerlo cerco di ucciderlo. Magari converto la paura in aggressività...
Nota (*1): potessi scambiare un ingegnere con uno psicologo!
Nota (*2): per una storia simile vedi Osea 8, 7...
Io vorrei i tre giorni di sonno!
5 ore fa
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