L'ultima lezione è stata piuttosto interessante: lo dico così, a “pelle”. La sensazione è forse dovuta alle numerose cose nuove imparate: non novità sconvolgenti ma piccoli dettagli e trucchi.
Per questo motivo l'aggettivo più ricorrente nel post sarà “interessante”!
Ma procediamo con ordine:
Riscaldamento: qui niente di nuovo...
Brani: eliminati Rock Face (l'uso di “Transcribe!” per abbassare il volume del basso è stato determinante: col tempo l'ho riportato al livello di partenza e adesso non mi dà più fastidio...), che ormai suono bene, e il brano-ritmica Twelve-Bar Blues in A with riffs, che suono solo decentemente ma che non mi piaceva per nulla essendo scarsamente interessante.
In cambio si è aggiunto Power Drill, un esercizio base sui power chord che, essendo banale, ha il pregio di alzare la mia autostima, e Big Hair che di per sé sarebbe appena più complesso ma che introduce una nuova tecnica (la grande novità della lezione) che temo mi darà molto filo da torcere: il Palm Muting...
In parole povere il Palm Muting è una tecnica di plettrata che usa la mano destra per smorzare il suono degli accordi (e/o, immagino, delle singole note). Il “trucco” consiste di plettrare tenendo il dorso della mano destra appena appoggiato sulle corde vicino al ponte. In pratica le difficoltà sono: trovare la giusta distanza dal ponte (più ci si allontana da esso e più il suono viene smorzato), la giusta pressione (più si preme e più il suono viene smorzato) e, soprattutto riuscire a plettrare tenendo la mano in una posizione (almeno per me) innaturale. Un vantaggio indiretto di questa tecnica è che, nei power chord, si possono commettere anche delle sbavature perché le corde non usate dall'accordo vengono immediatamente stoppate se pizzicate per sbaglio...
Ritmo → New Ritmo: l'esercizio Ritmo, che mi era inizialmente sembrato difficile, era invece diventato dopo poche prove semplicissimo. Così il maestro l'ha cambiato rendendolo molto più complesso (e per questo io ne ho cambiato il nome). Per semplicità mostro la tablatura del nuovo esercizio:
In realtà l'esercizio è diviso in due parti che ho separato con una battuta di pausa.
Già nella prima parte dell'esercizio ci sarebbero delle cosette interessanti da dire. Innanzi tutto, lo strano accordo che già in Ritmo suonavo con l'indice premendo le prime tre corde del quinto tasto, è in realtà un Am!
In successione si hanno poi un F, un G e, ovviamente, di nuovo un Am.
Il secondo aspetto interessante riguarda la diteggiatura: l'A minore l'eseguivo correttamente utilizzando il solo polpastrello dell'indice (un mini barrè insomma), invece per eseguire il F disponevo le dita come per il classico accordo D: sbagliato! Cioè si può fare ma è molto più pratico e rapido mantenere il mini barrè e premere la seconda corda del sesto tasto col medio... A me è parsa un'astuzia molto interessante!
La seconda parte dell'esercizio è come la prima ma con i power chord: da notare come questi ultimi siano una via di mezzo fra accordi maggiori e minori.
Pattern: temporaneamente sospeso! Che bello: ultimamente mi dava la nausea...
Aces High: anche qui due trucchetti interessanti. Le battute di questo brano degli Iron Maiden che sto studiando sono delle sequenze di power chords che si ripetono uguali in due parti diverse del manico della chitarra e con la differenza di un'ottava fra la prima e la seconda versione.
Nella versione con i power chord eseguiti a metà del manico (verso il dodicesimo tasto per intenderci) avevo un problema antipatico: tutti gli accordi andavano eseguiti sulla 5°,4° e 3° corda tranne che uno che invece partiva dalla 6°; quando passavo da quest'ultimo agli altri finivo spesso per mancare la 5° corda e plettrare solo la 4° e 3°...
Il maestro mi ha proposto ben due soluzioni: la prima è quella di eseguire il power chord che comporta il salto di corda più in su lungo il manico. È un po' più lontano ma più facile da raggiungere.
La seconda soluzione è più interessante: mi ha detto di plettrare il power chord che parte dalla 6° corda dal basso verso l'alto. Strano a dirsi ma questo trucca aiuta moltissimo a non sbagliare (confronta poi con la sezione su Star Wars)!
Anche per la sequenza di power chord sulla parte alta del manico (vicino alla paletta) mi ha dato un consiglio interessante: il punto più difficile qui è passare da A5 (x/0/2/2/x/x) a B5 (x/2/4/4/x/x). Io suonavo A5 usando solo l'indice per premere le corde centrali col problema di doverlo poi spostare sulla 5° corda e, contemporaneamente, posizionare l'anulare e il mignolo sulla 4° e 3°. Il maestro mi ha così suggerito di suonare A5 usando l'anulare e il mignolo sulla 4° e 3° in maniera tale che, quando passo al B5, mi basti fare scorrere queste dita di due tasti. In verità mi ero già abituato abbastanza bene con la prima soluzione mentre, con la versione del maestro, mi resta più difficile posizionare, al B5, l'indice sulla 5° corda. Farò qualche altra prova per vedere cosa mi resta più semplice...
California: nessuna nuova. Adesso sono ancora a 50bpm col ritmo chili: solo adesso inizia a venirmi (cantando e suonando è facile sbagliare il ritmo) e, lentamente, aumenterò i bpm...
Star Wars: spontaneamente avevo provato a studiarmi l'intro di Star Wars ma la diteggiatura, per qualche motivo, mi confonde molto e spessissimo (cioè più del solito!) finisco per plettrare la corda sbagliata...
Il maestro mi ha fatto suonare il brano e ha individuato subito il problema. La soluzione è molto interessante e istruttiva perché aggiunge tutta una nuova dimensione allo studio di un brano. Non basta più memorizzare le "coordinate" tasto e durata ma, almeno per alcuni passaggi, è importante anche la direzione della plettrata.
Per chiarire il concetto propongo le seguenti due battute:
Sembrerebbe banale ma dopo aver suonato le tre note consecutive sulla 4° corda spesso vado a mancare la 3° corda e plettro per errore la 2°...
Il motivo è che io parto con la plettrata alternata verso il basso. Le prime tre note le plettro quindi: giù, su e giù; per suonare la successiva dovrei quindi scendere col plettro oltre la 3° corda e suonarla tornando su: ed è qui che spesso sbaglio...
Il maestro mi ha invece suggerito di iniziare a plettrare la prima nota partendo verso l'alto. I movimenti diventano quindi: su, giù e su; poi devo suonare la 3° corda andando verso il basso e questa volta posso farlo con un unico movimento che risulta quindi molto più semplice da effettuare.
Però che casino doversi ricordare anche la direzione della plettrata!
Altro: una sera, non avendo voglia di suonare, mi ero messo a riguardare un po' la teoria fatta. In particolare stavo controllando quali note compongono i cosiddetti “accordi di settima”. Avevo verificato che A7 è composta da 4 note: la 1°, la 5°, la 8° e l'11° partendo dalla fondamentale (*1).
Osservando però C7 avevo notato che, nella diteggiatura insegnatami dal maestro, c'erano solo 3 note: per la precisione la 1°, la 5° e l'11°. Dopo qualche minuto di spiegazioni fra me e il maestro, non direttamente concernenti questo problema ma bensì la mia (sensata) terminologia, mi ha spiegato che a volte alcune diteggiature, per semplicità, semplicemente eliminano delle note meno “importanti”. Interessante!
Nota (*1): la notazione musicale è veramente organizzata male! Invece di indicare semplicemente i semitoni di distanza dalla fondamentale usano una terminologia tutta strana. Inoltre, e a questo mi sono controvoglia adeguato, partono a contare considerando la fondamentale 1 invece che 0 come sarebbe più sensato...
giovedì 20 settembre 2012
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