Finalmente una mia idea per la chitarra sembra funzionare: più volte, da quando ho accumulato un minimo di esperienza, trovandomi di fronte a problemi tecnici o teorici ho tentato delle mie soluzioni personali.
Sfortunatamente tutte le volte che ho avuto l'occasione di confrontarmi col maestro su di esse egli mi ha sempre suggerito delle alternative più semplici ed efficaci: è normale, bravo lui e pippero io; però un po' mi secca, soprattutto quando avevo avuto l'impressione di essere stato astuto...
Sono teorico e creativo però ancora mi manca troppa esperienza: incredibile quanto sia complesso uno strumento musicale!
All'ultima lezione (v. Lezione LXXX di giugno (*1)) avevo anticipato al maestro una mia idea (v. Il punto K) ma lui mi era parso piuttosto scettico: KGB è però piuttosto pervicace e se è convinto di un'idea preferisce sbatterci il grugno piuttosto che fidarsi dell'opinione altrui (*2)...
Da allora, a ogni prova, mi sono esercitato con questa tecnica e fin da subito i risultati sono stati incoraggianti.
Adesso, dopo oltre un mese di allenamento, posso confermare di essere non contento ma entusiasta del risultato!
Posso infatti improvvisare sull'intero manico della chitarra riconoscendo automaticamente tutte le note appartenenti a una specifica scala.
Non solo! Suonando una melodia riesco a riconoscere facilmente la scala che sto utilizzando con tutti i benefici che questo comporta. Ancora non so riconoscere se si tratta di una tonalità maggiore o minore ma a questo porremo (facilmente!) rimedio oggi...
Adesso infatti voglio aggiornare la teoria illustrata nel pezzo Il punto K per includervi anche la 3° corda e, come detto, la tonale minore (*3).
La soluzione è in realtà molto semplice: basta estendere lo schema già presentato in Il punto K...
Di seguito ho quindi aggiunto la 2° e la 1° corda aumentando anche l'estensione orizzontale dello schema (che comunque si ripete ogni 12 tasti/quadretti).
Ho anche colorato di verde le note corrispondenti alla tonale minore, ovvero alla tonale se la scala appartenesse a una tonalità minore. Ricordo poi che in rosso sono evidenziati i tasti corrispondenti alla tonale maggiore mentre in blu abbiamo i “punti K”.
Il grafico può apparire un po' caotico ma avendo già preso una notevole confidenza con quello più semplice pubblicato in Il punto K non dovrebbe essere troppo difficile imparare a orientarmi anche qui...
Conclusione: come al solito nei prossimi giorni scriverò come mi sono trovato con questo schema esteso...
Nota (*1): i buoni propositi di fare poco dopo una nuova lezione sono stati frustrati dal solito caldo che quest'anno patisco molto più del solito...
Nota (*2): tendenza (non lo nascondevo!) che ha sempre irritato i miei professori, universitari compresi...
Nota (*3): mi sto un po' inventando la terminologia: una breve spiegazione è d'obbligo! Ogni tonalità ha la sua tonica da cui prende il nome. Ad esempio la tonalità di DO maggiore ha come tonale il DO, mentre quella di SOL maggiore il SOL. Ognuna di queste tonalità ha una tonalità relativa, formata dalle stesse note, ma con tonale diversa: ad esempio la “relativa” della tonalità di DO maggiora è la tonalità di LA minore che ha, appunto, come tonale il LA (credo che si chiami 5° grado, ovvero la quinta nota sulla scala partendo dalla tonale: 0. DO, 1. RE, 2. MI, 3. FA, 4. SOL, 5. LA, 6. SI ma probabilmente mi sbaglio! [infatti! Ho controllato: si chiama VI grado (o "sopradominante") perché si parte a contare dalla tonale...]). Oppure la relativa della tonalità di SOL maggiore è la tonalità di MI minore (0. SOL, 1. LA, 2. SI, 3. DO, 4. RE, 5. MI, 6. FA#).
Quindi, data una scala/tonalità, con tonale minore indico la nota che, se fosse la tonale, indicherebbe una tonalità minore; con tonale maggiore invece indico la nota che, se fosse la tonale, indicherebbe una tonalità maggiore.
L'esempio di Benjamin Franklin
9 ore fa
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