Lo zombi-virus si diffonde a macchia d'olio: sia nelle grandi città che in campagna non vi è salvezza. Persone apparentemente sane la mattina si sono già trasformate in zombi la sera.
Le famiglie si spaccano: i figli abbandonano i genitori, i figli i genitori e i mariti le mogli...
Gli scienziati non riescono a capire come il virus riesca a propagarsi e non sono in gradi di dare consigli utili.
Le istituzioni sono al collasso e non riescono più a far rispettare la legge.
Le persone, abbandonate a se stesse, non sanno come comportarsi: alcune cercano di scampare alla malattia barricandosi in casa ed evitando ogni contatto con l'esterno; altre invece, forse ritenendosi spacciate, si abbandonano a tutti i piaceri e vivono come se non vi fosse un domani.
Anche la chiesa è duramente colpita e, talvolta, anche i religiosi perdono la fede e cadono nei peggior vizi. Non solo gli uomini si ammalano ma anche alcuni animali: ovviamente questo provoca ancor più terrore.
In questo contesto desolante sette ragazze, fra i 18 e i 28 anni, si incontrano a uno dei tanti funerali: sono impaurite perché consapevoli che anche loro potrebbero morire in qualsiasi momento ma decidono di reagire e di cercare di moltiplicare la loro speranza di vita o, almeno, di migliorare la qualità dei loro ultimi giorni. Decidono quindi di scappare tutte insieme in una residenza isolata appartenente a una di esse: non è detto che anche là gli zombi non riescano a raggiungerle ma almeno eviteranno i pericoli e lo squallore di una società che si sta disgregando.
Mentre discutono su come organizzarsi si rendono però conto che senza l'aiuto di qualche uomo che le sappia guidare rischierebbero di fare un buco nell'acqua visto che, per natura, le donne sono volubili, ritrose, sospettose, pusillanimi e paurose...
Fortunatamente tre di esse hanno dei validi fidanzati (tutti con più di 25 anni) di cui si possono fidare e che potrebbero guidarle e proteggerle.
La serie, direi per circa dieci puntate, descriverebbe poi, magari con numerosi flashback, i rapporti che si vengono a instaurare fra questi sopravvissuti...
Che ne dite?
Bella trama, vero?!
Avete notato qualcosa di strano?
Che ne pensate dell'età dei protagonisti? E dell'accenno alla Chiesa?
Sarebbe forse più opportuno rendere le sette donne più indipendenti anche a discapito del realismo?
Va bene, vi sto prendendo in giro!
Ciò che ho spacciato come possibile “trama” per una serie sugli zombi è in realtà l'introduzione del Decameron di Giovanni Boccaccio che, recentemente, ho iniziato a leggere.
La storia infatti si svolge nel 1348 quando Firenze è colpita dalla peste: in quanto scritto non ho aggiunto niente di mio e, in pratica, ho soltanto sostituito “peste” con “zombi”.
I particolari che ho evidenziato sono quelli che mi hanno colpito: mi chiedo ad esempio se ci sia un motivo per cui il Boccaccio abbia specificato che l'età delle donne sia fra i 18 e i 25 anni.
I diciotto anni avevano un significato particolare anche all'epoca? A quanto ne so le ragazze si sposavano frequentemente, ed erano quindi considerate adulte, anche qualche anno prima...
Anche la lista delle presunte debolezze femminili è tutta del Boccaccio; una protagonista spiega anche: «...gli uomini sono delle femmine capo, e senza l'ordine loro rade volte riesce alcuna nostra opera a laudevole fine...»
Conclusione: a parte gli scherzi, parecchie situazioni provocate dalla peste sembrerebbero facilmente riadattabili alla sceneggiatura di una serie sugli zombi. Dopotutto gli uomini non sono troppo cambiati in 650 anni e le loro reazioni emotive a uno sconvolgimento epocale, di fronte al quale sarebbero sostanzialmente impotenti, sarebbero comunque simili. Le donne invece, almeno così parrebbe, non sono più le stesse...
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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