Finalmente ho finito di leggere la Bibbia. O almeno ho così deciso...
Infatti, per qualche oscuro motivo, decisi di leggerla in ordine sparso, scegliendo un libro dopo l'altro a caso. L'unica logica fu quella di lasciare i quattro vangeli per ultimi con l'idea che fossero i più interessanti...
Credo quindi di aver letto tutti i libri (*1) ma non posso escludere di essermene dimenticato qualcuno!
La mia speranza/convinzione era quella di imbattermi in svariati passaggi interessanti e numerose perle di saggezza ma sfortunatamente, da questo punto di vista, sono rimasto estremamente deluso.
Parte della colpa, anche se mi è impossibile quantificarne la rilevanza, è della mia edizione della CEI approvata nel 1974: la sensazione è quella di leggere un testo edulcorato, anodino, piatto, attentamente sterilizzato, in cui le immagini più forti e le tinte più accese sono state attentamente sfumate...
Ovviamente per poterlo accertare occorrerebbe confrontare diverse versioni della Bibbia: comunque, quando per alcuni passaggi mi è capitato di farlo, gli esiti sono stati spesso sconcertanti: per alcuni esempi vedi il corto Cari romani e, soprattutto, Proverbi 30, 15-16...
Insomma la mia versione della Bibbia (che lo ripeto è quella ufficiale della CEI) sembra sia stata, almeno nelle parti più controverse, variamente annacquata: come se il suo scopo sia quello di “guidare” il lettore verso una specifica interpretazione invece di tradurre il più fedelmente possibile...
E pensare che in passato, secondo l'ermeneutica, si interpretava la Bibbia su quattro livelli diversi: il significato letterale, quello tropologico (ovvero delle metafore), quello allegorico (*2) e quello anagogico (ovvero realtà future). Se adesso si dovesse cercare di interpretare la Bibbia CEI non si potrebbe andare poco oltre il significato letterale...
Evidentemente i traduttori (*3) avranno avuto le loro ragioni ma il risultato è decisamente insipido: improvvisamente l'idea dei musulmani di non tradurre il Corano appare molto sensata...
Intendiamoci, non mancano le eccezioni, i passaggi interessanti o che fanno riflettere ma, appunto, si tratta di eccezioni. Vabbè, cercherò di non insistere ulteriormente su questo argomento...
Non sorprendentemente il vecchio testamento descrive la storia del popolo di Israele. Le parti più “storiche” mi sono piaciute ma anche in questo caso è sconsolato rendersi conto di come la storia, anche quella dei libri sacri, sia scritta dai vincitori e che per meri motivi politici si consideri sacro un libro e non un altro....
Leggendo esclusivamente la Bibbia è impossibile rendersene conto (anche se magari il lettore attento può scorgere delle stranezze che non riesce a spiegarsi...) ma con l'aiuto di altri testi storici anche questi nodi vengono al pettine. Per un esempio vedi Genesi 5-6 dove si spiega come mai il libro di Enoch non sia presente nel canone giudaico...
I libri più “profetici” li ho invece digeriti peggio: gli unici che mi hanno minimamente “toccato” sono Ezechiele e Isaia.
Decisamente più piacevole il Nuovo Testamento: forse volutamente la traduzione, specialmente dei Vangeli, è più appassionante.
Ma non voglio dilungarmi oltre e, del Nuovo Testamento, scriverò in un prossimo pezzo...
Conclusione: non mi sento di consigliare la lettura dell'intera Bibbia, almeno nella versione della CEI, ma suggerisco di limitarsi a qualche libro più interessante: Genesi, forse Esodo, Ezechiele, Isaia, magari il Cantico dei Cantici...
Nota (*1): in realtà, pensa e ripensa, mi sono ricordato di essere rimasto a metà dei Salmi che trovai super noiosi... Magari li finirò anche se si tratta di un libro molto lungo...
Nota (*2): la differenza fra metafora e allegoria è interessante: la metafora è una similitudine immediatamente comprensibile dove ogni elemento ha un suo corrispondente; nell'allegoria invece la chiave per comprendere la corrispondenza fra quanto scritto e quanto sottinteso non è comprensibile e deve essere nota a priori. L'esempio classico è nel primo canto della divina commedia dove Dante si trova minacciato da tre bestie feroci (la lupa, il leone e la lonza) e, ancora oggi, non è chiaro cosa rappresentassero esattamente.
Nota (*3): avrei pensato un divertente appellativo per definire questi traduttori ma essendo leggermente irriguardoso lo nasconderò in qualche “pillola”...
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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