Dopo la lezione di una decina di giorni fa (v. Lezione LXXIX) vediamo come sto andando...
Come spesso mi accade, le prime due esercitazioni col materiale nuovo furono piuttosto deprimenti: non riuscivo a eseguire le novità e, quello che mi aspettavo facile, mi risultava difficile se non impossibile. Ma oramai ci sono abituato: lo so che devo fare almeno due o tre prove per vedere qualche risultato e, quindi, continuo comunque ad abbattermi perché fa parte della mia natura ma, forse, un po' meno di quanto mi sarebbe successo, in circostanze analoghe, un anno fa o più...
Ma procediamo con ordine...
L'esercizio 8-39, ovvero quello con il brano The great pretender di Freddy Mercury dove devo suonare l'accompagnamento: nonostante e, anzi, proprio a causa della colossale semplificazione (su un tempo di 6/8 suonare due 3/8 invece che sei 1/8) non mi riusciva più.
Però già al secondo o terzo tentativo ho iniziato a riuscire ad andare a tempo. Così ho rapidamente aumentato la velocità fino ad arrivare a quella reale.
Ieri poi è successo l'impensabile (o almeno io non avevo molta fiducia nella teoria del maestro): ho provato a suonare i sei 1/8, sempre a velocità reale, e ci sono riuscito mantenendo perfettamente il tempo! L'unico problema è tecnico: a volte cambiare accordo, a causa dell'alta velocità, mi rimane difficile e non è perfetto. Visto però che l'esercizio è sul ritmo non mi preoccupo troppo: fra un po' mi registro e poi l'archivio...
Per l'esercizio 8-41, un semplice esercizio melodia, non avevo ricevuto istruzioni particolari perché avevo appena iniziato a memorizzare la sequenza di note e io stesso non sapevo se avrei incontrato difficoltà o no.
In realtà le difficoltà poi le ho trovate! In questi esercizi di melodia si deve dare le plettrate nella giusta direzione oltre che a tempo. Sono abituato a usare la mano destra, come fosse un metronomo, per scandire il tempo anche quando non devo plettrare.
Il problema l'ho avuto in una serie di battute che, oltre ad avere la prima nota in levare (cioè sul secondo ottavo) avevano uno slide che mi faceva perdere il tempo con la mano destra. Alla fine, a orecchio, chiudevo la battuta a tempo ma le note all'interno di essa avevano tutte la durata sbagliata.
In questo caso ho risolto esercitandomi a parte su queste battute (con Hydrogen) e memorizzando i movimenti di entrambe le mani a velocità estremamente ridotte. Ora, dopo aver lentamente aumentato la velocità, sono pronto per tornare a cimentarmi con la base del brano.
L'esercizio 1-1 (ovvero il primo del secondo volume di Chitarrista da Zero. Vol. 2) era basato su 4 semplici PC ed ero sicuro che mi sarebbe risultato facilissimo.
In realtà mi è stato abbastanza difficile, soprattutto inizialmente, ma adesso lo sto già suonando praticamente a velocità reale (mi pare il 3% più lento o poco più)...
Di Hotel California suonavo già bene l'accompagnamento ma avevo chiesto al maestro di darmi un nuovo ritmo per gli accordi del coro.
Il maestro mi dette un ritmo piuttosto semplice (8 plettrate tutte in basso) ma con la difficoltà che l'ultima plettrata la dovevo fare in basso e poi in alto, in pratica era divisa in due sedicesimi. Non difficile ma mi lasciava poco tempo per cambiare accordo.
Inoltre, al posto dell'accordo Am, dovevo suonare cinque note (3 quarti e 2 ottavi) e per me non è facile cambiare “modalità” accordi/note.
Il problema più grosso era riuscire ad andare a tempo sia col nuovo ritmo che, soprattutto, con le singole note. Mi sono concentrato sul coro e, inizialmente, l'ho dovuto rallentare di nuovo. Per gli accordi ho dovuto imparare le nuove corrispondenze con i vecchi riferimenti: ora so che devo sincronizzare la mia terza, quinta e settima plettrata con i colpi di batteria.
Più complicato suonare le singole note fino a quando non mi sono accorto che anche la chitarra della base le suonava e pure piuttosto chiaramente!
Per l'esercizio Rettangolo non avevo ricevuto nuove istruzioni ma anche qui ho una novità interessante. L'esercizio consiste in improvvisare a piacere suonando solo quattro note a tempo su una base: in particolare devo suonare due battute completamente a piacere ma nella terza devo suonare 4/4 di tonale.
La prima difficoltà incontrata è stata quella di riconoscere i riferimenti del ritmo e, soprattutto, di riuscire a contare e, contemporaneamente, improvvisare. Tipicamente le mie battute “libere” invece di durare 4/4 rischiavano di divenire di 3/4 o 5/4!
Tuttora continuo a perdermi, soprattutto dove la base varia ritmo e nasconde i miei riferimenti, ma mi capita sempre più raramente.
Il secondo passaggio è stato trovare delle sequenze di note piacevoli da ascoltare: queste sequenze adesso le posso inserire a mio piacimento e, anzi, conoscendone bene la durata mi aiutano a non perdere il ritmo.
Queste sequenze di note sembrano un bene e, probabilmente, lo sono.
Il problema è che decido in anticipo quando suonarle, non mi vengono spontanee: è tutto calcolato.
Ieri però c'è stata una novità: improvvisamente mi sono lasciato andare e, pur continuando ad andare a tempo, sono riuscito a improvvisare per davvero. La mano si muoveva da sola suonando sequenze inedite e piacevoli e (relativamente!) senza perdere il tempo!
Non so: spero di riuscire a replicare questa esperienza perché rappresenterebbe un progresso titanico.
Mi sono reso conto che, come nella vita, sono enormemente controllato mentre suono: non mi lascio andare, devo controllare ogni movimento; seguo il ritmo ma non automaticamente bensì tramite riferimenti che, seppur corretti, sono un artificiosi. Credo, ad esempio, che un buon musicista non segua il tempo basandosi su specifici elementi (un colpo di batteria là o il basso qua) ma sull'andamento generale della musica.
Ecco è come se nella mia testolina ci fossero due KGB: uno che esegue e l'altro che, contemporaneamente, controlla ciò che sta venendo fatto (*1)... E quando i tempi sono serrati e non c'è tempo per riflettere il KGB controllore rischia di mandare nel pallone il KGB esecutore!
Conclusione: credo che se riuscissi a sopprimere, almeno temporaneamente, questo aspetto della mia natura sono sicuro che farei grandi progressi.
Nota (*1): Un inciso non prettamente attinente alla musica: spesso mi capita di parlare, spiegando magari una mia opinione, e contemporaneamente sto estremamente attento alle espressioni e reazioni non solo del mio interlocutore ma anche di tutte le altre eventuali persone che ho intorno. È uno dei motivi per cui non so raccontare le barzellette: in base alle reazioni mi viene voglia di innestarvi delle modifiche al volo e poi, senza volerlo, introduco dei ritardi, delle esitazioni, che fanno perdere ritmo e immediatezza alla storiella...
Un giorno ci pagheranno le pensioni...
34 minuti fa
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