Sabato sera sono stato a cena da mio cugino. Ma la cena era solo la scusa per la visita: in realtà il vero scopo era quello di vedere i progressi della bimba che da circa 15 mesi si è aggiunta alla sua famiglia: l'ultima volta che l'avevo vista si limitava a dormire e a sorridere dalla culla, adesso invece scorrazza e sorride per tutta la casa!
Non sono un esperto di bambini ma mi ha fatto un'ottima impressione: soprattutto quando, fra un sorriso e l'altro, si fermava a osservare qualcosa (spesso me!) con grande intensità e attenzione come se facesse delle profonde riflessioni. Mi ha dato la sensazione di una grande intelligenza.
Ovviamente, essendo mia parente, la cosa non mi ha stupito!
Mentre guidavo per tornare a casa mi sono quindi divertito a stimare il numero di geni che statisticamente dovrebbe avere in comune con me.
Non so quanto sia valido matematicamente ma ho fatto il seguente calcolo/ragionamento.
Io ho il 50% dei geni di mia madre; mia madre e sua sorella (mia zia) hanno statisticamente il 50% di geni in comune; quindi io ho statisticamente il 25% di geni di mia zia; quindi ho statisticamente il 12,25% di geni di mio cugino e, quindi, statisticamente il 6,125% di geni in comune con sua figlia.
Evidentemente un 6,125% concentrato di intelligenza!
Mentre facevo questi ragionamenti mi sono accorto di una divertente anomalia: mentre è possibile che un figlio passi il 50% dei geni ereditati dalla propria madre alla propria figlia, ed è anche possibile che una figlia passi il 50% dei geni ereditati dal proprio padre (o dalla propria madre) alla proprio figlio (o figlia) è però impossibile che un figlio passi il 50% dei geni ereditati dal proprio padre alla propria figlia. Perché?
Conclusione: adesso sono ammalato! Non ho la stessa resistenza/immunità dei genitori ai virus degli asili...
Sonetti d’amore. Giacomo da Lentini
2 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento