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venerdì 12 dicembre 2014

Lo stereotipo dell'anti-stereotipo

Da poco ho scoperto una nuova serie che mi pare (ho visto solo le prime due puntate) bellissima. Il regista, vincitore dell'oscar, non lo conosco ma si vede immediatamente che le inquadrature sono particolarmente curante così come tutti i dettagli. La ricostruzione storica è ricchissima e minuziosa e la musica (alla quale sono da sempre particolarmente sensibile) si sposa benissimo con l'azione sullo schermo: in tal senso mi ha particolarmente impressionato la corsa di un'infermiera che attraversa parte della città per andare a chiamare un dottore a casa...

La trama, da quel che ho potuto intuire, si basa sulle avventure di un chirurgo cocainomane, nella New York all'inizio del novecento, e sullo sfondo le vicissitudini di un ospedale privato.
Gli attori mi sembrano in gamba anche se non li conosco (e questo spesso è un bene) e i personaggi (quasi) tutti credibili.

Il potenziale è altissimo però sfortunatamente c'è un grosso “ma”. Fra i vari protagonisti è stato infilato il personaggio di un chirurgo di colore, che ha studiato a Londra e a Parigi, e che, nonostante sia stato assunto con la raccomandazione della benefattrice dell'ospedale, viene pesantemente discriminato da colleghi e pazienti.

Cosa c'è che non mi piace in questa decisione? È che si tratta dello stereotipo di un anti-stereotipo!
Mi spiego meglio: lo stereotipo dell'uomo di colore agli inizi del novecento in America è quello di una persona non istruita, discriminata e senza particolari pregi morali né intellettivi, più furba che intelligente. L'anti-stereotipo è quindi quello della persona di colore che, nonostante i pregiudizi, riesce a dimostrare il proprio valore, intelligenza, senso morale ed educazione come superiori a quelli dei propri contemporanei bianchi, più o meno, razzisti.

Forse questo anti-stereotipo ha un valore educativo: magari ha lo scopo di far riflettere sulle discriminazioni di un tempo e di inculcare alle giovani generazioni come tutti gli uomini, al di là del colore della pelle, siano uguali.
Insomma l'inserire un anti-stereotipo di questo tipo può essere un'iniziativa lodevole sotto molti aspetti ma, di sicuro, non lo è sul piano artistico! L'anti-stereotipo è ormai così comune da essere diventato a sua volta uno stereotipo: come tale è prevedibile (si sa già che farà tutto bene, che col proprio esempio darà lezioni morali agli altri personaggi, che si dimostrerà superiore a tutte le angherie che subirà, etc...) e, per questo, costituisce un elemento di noia mortale.

Una zavorra per la creatività che limita fortemente l'aspettativa e le sorprese di questa nuova serie. Suppongo che il personaggio sia stato imposto al regista dalla produzione per motivi commerciali...

Conclusione/Previsione: il chirurgo di colore avrà una relazione sentimentale con la giovane benefattrice dell'ospedale e questo gli attirerà contro l'ira del padre di lei; alla fine lui, invece di fuggire con la ragazza, si sacrificherà rimanendo ucciso (da un sicario mafioso) e sarà amaramente rimpianto dai colleghi che solo all'ultimo momento, troppo tardi, ne avranno apprezzato le doti umani e professionali...
Bleah!! Banale perché, appunto, stereotipo di un anti-stereotipo...
Spero quindi di sbagliarmi e di scoprire che, in qualche maniera, non sia un personaggio senza alcuna macchia...

Ah, la serie si chiama The Knick...

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