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giovedì 1 dicembre 2011

Marianna

Ho finito di leggere il primo romanzo, “Le tigri di Mopracem”, della raccolta di Salgari su Sandokan (vedi Compulsioni collaterali). Quanti ricordi! Anzi, frammenti di ricordi: immagini colorate come le figurine di un album o poco più...
Probabilmente non ricordo lo sceneggiato RAI ma i numerosi film che furono fatti in seguito o forse, davvero, le immagini di un album di figurine che uscì per l'occasione...
Leggendo il romanzo mi sono ricordato particolari della storia che non pensavo più di sapere: su tutti Marianna, dal nome quasi perfetto, chiamata la Perla di Labuan!

La trama del romanzo è lineare ma ricca d'azione e di colpi di scena. Il protagonista è Sandokan e, al 99%, sono le sue vicende che vengono costantemente “seguite” dal libro. La tendenza attuale, almeno nei fantasy, è quella di descrivere il punto di vista di più personaggi: però Salgari scriveva romanzi a puntate per i giornali ed è quindi probabile che la trama lineare (e quindi facile da seguire anche se si perde un episodio) e il singolo punto di vista fossero dei requisiti imposti dagli editori...

Non starò qui a raccontare la trama, che tutti più o meno conoscono, ma voglio elencare una lista di parole e scelte grammaticali che mi hanno colpito e chi mi sono appuntato.
La prima versione del romanzo è infatti del 1884 (si tratta di una delle prime opere di Salgari) e ovviamente i termini vetusti sono all'ordine del giorno: come vedrete però ho evidenziato particolari più interessanti...

  1. “colla” e “pel”: che stanno per “con la” e “per il”. Il primo termine magari non è frequente ma credo sia ancora usato, il secondo invece mi suona proprio buffo! E non si tratta di termini usati occasionalmente: Salgari li usa sistematicamente.
  2. “rattenere” (*1): al posto di “trattenere”. La prima volta che l'ho incontrato ho pensato a un refuso ma, siccome i tigrotti della Malesia “rattengono” spesso il fiato, ho capito che non si trattava di un errore!
  3. “Nol farete!”: che sta (credo!) per “non lo farete!”
  4. “più mai”: invece che “mai più” (anche questo usato sistematicamente)
  5. “posdomani”: per “dopodomani”
  6. “mercé + compl. oggetto al posto di “grazie a”. Ad esempio: “mercé l'oscurità fuggì” invece di “grazie all'oscurità fuggì”
  7. “Pombo”: secondo una nota del libro si tratta di un neologismo di Salgari usato per indicare il “pompelmo”. Suppongo che all'epoca, almeno in Italia, non fosse conosciuto: controllando su wikipedia ho scoperto che il frutto, a differenza di tutti gli altri agrumi, non proviene dall'Asia sudorientale ma dal centro America (quindi Salgari aveva preso un granchio facendolo crescere spontaneamente nella giungla asiatica!) dove fu “scoperto” dagli europei nel 1750 e “per lungo tempo” fu usato solo come pianta ornamentale.
  8. “Sollucchero”: era tanto che non sentivo questa parola però ricordo che mia nonna (del 1912) l'usava abbastanza spesso!
  9. “Quadrumane”(*2): sul momento pensavo fosse sinonimo di “quadrupede” poi, dal contesto, ho capito che è sinonimo di “scimmia”
  10. “sacripante”: ecco da dove i Gialappa hanno dissotterrato il termine!
  11. “frutta grosse”: invece di “frutta grossa”. Il problema è che il plurale di “frutta” rimane “frutta” però Salgari accorda comunque l'aggettivo al numero: magari è corretto ma a me suona male...
  12. Similmente il participio viene accordato con l'oggetto e non col sogetto. Esempio: “Sandokan ha fasciatA e curatA la mia ferita?” invece di “Sandokan ha fasciatO e curatO la mia ferita?”. A me la prima versione suona male ma mio padre la ritiene accettabilissima (*3): immagino che solo recentemente la seconda forma stia prendendo il sopravvento...
  13. “menomo” (*4): al posto di “minimo” (sistematicamente!)
  14. La particella riflessiva “si” è spesso attaccata in fondo al verbo invece che in fronte a esso. Esempi: “Sandokan eraSI appena svegliato”, “l'isola smarrivaSI fra i flutti”
  15. “Impazientirsi” al posto di “spazientirsi”! Mi ha colpito perché, al mio orecchio, impazientirsi suona come “accumulare pazienza” (*5)...

Un commento a parte merita un'annotazione “araldica”. Molto spesso Sandokan, noto come la tigre della Malesia, paragona se stesso a una tigre e gli inglesi a leopardi e molto più raramente (mi pare una volta sola ma potrei sbagliarmi) a leoni.
Come mai questo riferimento ai leopardi?
Il fatto è che nello stemma dell'Inghilterra (vedi qui) sono rappresentati tre leopardi dorati su fondo rosso. Questo spiega i leopardi ma allora perché, ancora oggi, si parla dei “leoni” inglesi?
Anche l'araldica è soggetta alle mode: durante l'alto medioevo il re degli animali era considerato l'orso (il signore della foresta del nord Europa) e non il leone (*6). Così nell'araldica l'orso era molto comune. Lentamente però il leone, associato al Cristo, iniziò a prendere piede mentre l'orso iniziò a essere associato alla lussuria e a simbolo del paganesimo (contrapposto al leone cristiano). Così, anche nell'araldica, il leone iniziò a sostituirsi all'orso (*7).
Come scritto lo stemma inglese raffigura tre leopardi. Col tempo il leopardo iniziò però a essere considerato la versione peggiorata del leone: un animale nato dall'accoppiamento di una leonessa con una pantera, un “cattivo” leone insomma. Così nel XIV secolo, durante la guerra con la Francia, la monarchia inglese venne spesso sbeffeggiata dai francesi a causa dei leopardi del suo emblema. Fu allora che il re inglese, stufo degli sberleffi, decise di risolvere la questione: invece di cambiare lo stemma fu semplicemente deciso che i “leopardi” fossero chiamati “leoni”.
Per questo motivo si parla popolarmente dei leoni inglesi mentre in araldica sono ancora oggi chiamati leopardi!
Insomma Sandokan era un pirata molto edotto a chiamare gli inglesi “leopardi”!

Nota (*1): ho verificato che il vocabolario considera il termine letterario e derivante dal latino “retinere”. “Rattenere” è quindi imparentato con “ritenere”.
Nota (*2): secondo il vocabolario: “scimmia con quattro mani”
Nota (*3): mi pare di ricordare che anche sul sito dell'Accademia della Crusca fosse specificato che entrambe le forme siano corrette... In effetti più lo rileggo e più “Sandokan ha fasciatA e curatA la mia ferita?” mi suona accettabile. Ipotizzo che il participio si accordi con il termine al quale si vuol dare più rilievo: nell'esempio alle ferite invece che a Sandokan...
Nota (*4): secondo il vocabolario è un termine toscano: io non l'avevo mai sentito...
Nota (*5): riflettendoci è però evidente che è collegato a “impazienza”...
Nota (*6): paese che vai, usanza che trovi: in Africa il re degli animali è l'elefante e non il leone!
Nota (*7): per la cronaca venne poi il tempo dell'aquila che, da stemma personale dell'imperatore Federico il Barbarossa, passò a simboleggiare l'impero...

2 commenti:

  1. "Posdomani" è comunemente usato in Friuli.
    "Menomo" lo sento spesso in Piazza Ficino qui a Figline e comunque in giro per la Toscana.

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