Quello che ho scritto ieri nel post Colline 7 e, più precisamente, il periodo finale del paragrafo finale è eccessivo.
Mi riferisco a “...chi alle prossime elezioni voterà uno qualunque dei partiti che danno la fiducia al governo Colline è un gran ##### (*4)!!!”.
Sarebbe stato corretto scrivere che non avrei condiviso quella scelta di voto ma avrei comunque dovuto rispettare il giudizio di questi elettori senza arrivare a conclusioni semplicistiche e/o offensive.
Ogni tanto mi capita: a volte per rabbia, a volte per ripicca di dire/fare/scrivere cose che non penso veramente...
In particolare ieri mi sono lasciato trasportare dalla rabbia derivata dalla frustrazione di vedere regolarmente attuato il contrario di quello che io penso possa essere la scelta migliore.
La frustrazione è collegata a una mia teoria: sicuramente ne ho già accennato in qualche vecchio post ma, nonostante una rapida ricerca, non sono riuscito a rintracciare il riferimento che cercavo.
La teoria era in realtà molto semplice: quando tutti i partiti (o almeno gran parte di essi) si mettono d'accordo su qualcosa allora il cittadino deve sospettare che ciò vada a suo danno.
In questo caso avevo già in mente la scontata fiducia al governo Colline: immagino già i principali esponenti dei diversi partiti che diranno “a noi NON piace il provvedimento XXX ma voteremo comunque la fiducia per il bene dell'Italia... In seguito però non permetteremo che YYY...”. Bla, bla, bla, bla....
Parole, tante parole, per nascondere la loro insipienza, faccia tosta, superficiale furbizia e l'unico obiettivo di perseguire il loro temporaneo interesse in dispregio del bene collettivo.
Eppure, nonostante l'evidenza dei fatti, la maggior parte degli italiani crederanno a Persani, altri a Berluska. Altri non crederanno a nessuno dei due ma voteranno comunque uno di essi perché “l'altro è peggio”. E se volete sapere perché io trovi questo atteggiamento sbagliato rileggetevi i miei post sulla democrazia (prima o poi scriverò anche l'ultimo della serie...).
Ecco, è da questa sensazione, il vedere una cosa mentre tutti gli altri ne vedono un'altra, che è nata la frustrazione che mi ha fatto scrivere ciò che ho scritto.
Probabilmente i miei lettori si chiederanno perché non abbia semplicemente cancellato il periodo offensivo visto che, io per primo, non lo condivido più.
Non lo tolgo perché amo la sincerità: anche se in un momento di rabbia ho scritto qualcosa di sbagliato preferisco mostrarlo per non nascondere niente di me, nemmeno i miei difetti. Come ho scritto e riscritto io tifo per la sostanza non per l'apparenza: tagliere via ciò che mi fa apparire “brutto” sarebbe l'equivalente di mascherarsi. Una forma di ipocrisia intellettuale.
In conclusione mi scuso con i miei lettori per quanto scritto: sono fatto così...
Io vorrei i tre giorni di sonno!
5 ore fa
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