Per quanto possibile io avrei deciso di fare a meno degli ospedali e dei tribunali italiani...
Però stavolta l'ospedale mi tocca: come accennai in TS e d20 mio padre deve fare un'operazione non insignificante alla carotide e, di conseguenza, mi troverò a sguazzare nella burocrazia medica italiana (la BMI del titolo).
Nel 2000-qualcosa mio padre ebbe un ictus e l'anno successivo gli ripulirono una carotide intasata. Brutta cicatrice, visibile per qualche anno, ma tutto andò bene. A fine giugno, a un controllo, si sono accorti che la stessa carotide è di nuovo ostruita, addirittura più di prima, e quindi deve essere rioperato: ovviamente operazione più difficile perché la stessa arteria è già stata incisa e stavolta, se ho ben capito, dovrà essere in parte sostituita. Vari esami fatti tutti di corsa con la sensazione che ogni giorni fosse prezioso con l'operazione che sembrava incombente: appunto io l'aspettavo prima della fine di luglio...
Fortunatamente una persona più scaltra di me (*1), dopo una decina di giorni di attesa piena di tensione e preoccupazione, ebbe l'idea di provare a telefonare per avere notizie. Già parlare con qualcuno che sappia qualcosa è un piccolo miracolo ma in questa occasione andò bene: le fu risposto che l'operazione era programmata per il 23 agosto ma che loro chiamano solo qualche giorno prima quando sono “sicuri” della data...
In altre parole, se non si chiamava noi, avremmo vissuto per un mese con la valigia pronta e la tensione che saliva alle stelle: possibile che non ci sia il buon senso di immaginarsi come i pazienti e i loro parenti possano vivere questa attesa senza notizie? Apparentemente no...
Non solo: le dissero anche che, se entro il 20 non si riceveva telefonate, sarebbe stato bene se fossimo stati noi a richiamare per avere notizie. Splendido.
Oggi alle 13:30 (io c'ero) hanno chiamato comunicando a mio padre di presentarsi all'ospedale il 22 mattina (digiuno), probabilmente con l'intenzione di fargli qualche esame e operarlo il 23 come “programmato” (*2).
Tutto bene allora?
Non proprio... il problema “filosofico” di fondo è che la burocrazia italiana è troppo fiduciosa nei propri meccanismi e non prevede errori o incomprensioni...
Verso le 15:00 ci siamo resi conto che sul bugiardino di un farmaco assunto da mio padre, lo Zyllt da 75mg (un anti-aggregante), è chiaramente scritto che non va preso se nei 7 giorni successivi è programmata un'operazione chirurgica anche minore, figuriamoci alla carotide.
La stessa persona scaltra ha avuto il proprio padre con lo stesso problema: si erano dimenticati di dirgli di sospendere l'assunzione di un farmaco analogo col risultato che dovette poi aspettare due giorni prima di poter essere operato e poi ebbe pure delle gravi complicazioni...
La cosa normale sarebbe stato poter contattare chirurgia cardiovascolare e avere qualche chiarimento al riguardo: perché una cosa è supporre che vada bene così e un'altra e l'esserne sicuri.
Sfortunatamente al numero da cui avevano contattato mio padre non rispondono più, al centralino di chirurgia cardiovascolare c'è una segreteria che dice che ad agosto rispondono solo per le urgenze dalle 11:00 alle 13:00 di alcuni giorni della settimana (ma non domani, cioè sabato...). Al centralino dell'ospedale poi, quando si prova a contattare un operatore umano, casca subito la linea o non risponde nessuno oppure, dopo 3 minuti di inutile attesa, la linea casca comunque...
Miracolosamente mio padre è riuscito a contattare il proprio medico curante che in pratica gli ha detto che non si può sospendere lo Zyllt così di punto in bianco ma che vi si deve affiancare altri farmaci. Nel complesso non una telefonata particolarmente rassicurante...
In definitiva mio padre proverà a ricontattare il numero da cui l'hanno chiamato (usando il proprio cellulare per la remota possibilità che riconoscano il suo numero telefonico) nella speranza di avere risposta ma, in caso contrario, continuerà, incrociando le dita, con la sua usuale terapia farmacologica quotidiana.
Conclusione: sicuramente va bene così (*3), sicuramente la segretaria/infermiera con cui ha parlato mio padre non gli ha detto niente dei farmaci (*4) perché ci penseranno loro a prendere tutte le misure necessarie...
Eppure se fosse stato possibile contattare qualcuno dell'ospedale saremmo stati tutti più tranquilli e sereni: ma questa banale eventualità non sembra prevista dalla burocrazia medica italiana...
Nota (*1): o almeno più abituata ad avere a che fare con la burocrazia medica italiana che io, prudentemente, cerco infatti di evitare per quanto possibile...
Nota (*2): o sarebbe meglio dire “indovinato”?!
Nota (*3): perché i medici dell'ospedale hanno un bel fascicolo su mio padre, con tutti gli esami fatti, e conoscono benissimo le medicine che prende...
Nota (*4): oltretutto io ero lì accanto durante la telefonata e avevo suggerito a mio padre di chiedergli dei farmaci: egli, travisando leggermente le mie parole, le ha chiesto se doveva portarsi i farmaci da casa e lei gli ha risposto che una volta in ospedale ci avrebbero pensato loro. Suppongo che, se avesse avuto qualcosa da dirci riguardo lo Zyllt, in quel momento le sarebbe venuto a mente...
alla prima stazione
1 ora fa
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