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sabato 16 marzo 2013

Sogno e riflessione

Stanotte ho fatto dei sogni estremamente vividi (*1) ma mi voglio concentrare solo su un paio di particolari interessanti.

Nel sogno avevo sui venticinque anni e mi trovavo in una specie di aula universitaria dove, di fronte alla classe, leggevo un breve brano in inglese che sapevo di aver scritto ai tempi del liceo o poco più tardi.
Nel sogno potevo leggere con estrema chiarezza tutto il mio testo ma, ovviamente, adesso non ne ricordo quasi niente: il suo tono generale era ironico ma con una sovrabbondanza di elementi e richiami annodati su loro stessi, con battute, di varia qualità, che si sovrapponevano e lo rendevano quasi incomprensibile...
A fine lettura ho difeso quanto avevo scritto contro la professoressa di inglese che lo giudicava invece ridicolo e incomprensibile. Anche se i miei compagni non l'avevano capito perché troppo contorto, mi sono dichiarato fiero di aver scritto qualcosa di comunque molto originale e inconsueto. E poi ho fatto anche notare alla professoressa che lo “stile” non era privo di ricercatezze. In particolare ho fatto notare l'uso del termine “to rant” che mi pareva lodevole in quanto tale verbo non ha un immediato traducente italiano (*2) e per questo il suo uso non viene spontaneo.

Poi mi sono svegliato e ho ripensato a quanto letto nel sogno (appena sveglio mi ricordavo più dettagli) e, dopo qualche minuto ho capito il significato di una parola che, anche durante il sogno, mi aveva lasciato perplesso.
Il primo periodo iniziava infatti con qualcosa del tipo “Pub he did bla bla bla...” e, in questo contesto, il termine “Pub” non ha senso...
Solo una volta sveglio mi sono reso conto che con “Pub” volevo indicare scherzosamente “But” in una specie di anagramma scorretto (“t” per “p”) ma che trovavo divertente.
Inoltre mi sono reso conto che avevo usato erroneamente il verbo “to rant” che, essendo regolare, al passato dovrebbe essere “ranted” mentre io avevo erroneamente scritto “rents”: commettendo due errori, considerare “to rant” irregolare e inventandomi la forma del passato “rent” e aggiungere la desinenza “s” per la terza persona che, nel passato, non si usa...

A questo punto mi sono posto una domanda: come mai nel sogno non avevo immediatamente compreso il significato di “Pub”=“But”?
La prima risposta che mi sono dato è stata che il testo letto non era mio: e ovviamente non mi sono più riaddormentato...
Poi ho scartato questa ipotesi paranormale perché l'umorismo sconnesso del testo era irrefutabilmente il mio, o almeno quello dei miei vent'anni...
Così me ne sono venuto con una nuova ipotesi più realistica ma non meno affascinante: la parte della mia mente che ha elaborato il testo letto nel sogno usava una zona della memoria che non mi è normalmente accessibile, ovvero quella di quando avevo più o meno vent'anni. Per questo, quando ho letto il paragrafo (ricordo che nel sogno era già passato più di qualche anno ed ero sui 25) non ho immediatamente capito il riferimento “Pub”=“But” mentre comunque, all'epoca, la mia conoscenza dell'inglese non era tale da farmi riconoscere immediatamente “rents” come un errore...

Un'ipotesi affascinante vero?

Per la cronaca aggiungo che, anche se non ho avuto modo di parlarle, nel sogno era presente la versione venticinquenne della famosa Barbara (v. Come rimbalzo bene) che tanto ha turbato il mio inconscio. Buffo perché l'ultima volta che la vidi aveva sui sedici anni e, per questo, la versione più “matura” era relativamente appesantita...

E no: ancora non mi sono deciso a ricontattarla tramite FB...

Nota (*1): mi sono anche svegliato facendo un salto e muovendo la gamba nel letto: mai successo prima!
Nota (*2): secondo il mio Longman (tradotto liberamente da me): “to rant = parlare o lamentarsi ad alta voce, in maniera eccitata e piuttosto confusa, perché si è fortemente impressionati da qualcosa”

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