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sabato 17 aprile 2010

Motosega

Oggi, per la prima volta da quando è stata acquistata, ho usato intesivamente la motosega.
Lo scopo era quello di fare a pezzi alcuni alberi secchi subito fuori dal giardino, oltre la siepe e il fossetto dell'acqua piovana.
Le istruzioni, come al solito, erano lacunose nella spiegazione delle fasi critiche (come ad esempio la messa in tensione, della catena sulla lama, attraverso un'apposita ghiera) mentre, come al solito, abbondavano di avvertenze e precauzioni piuttosto superflue (come ad esempio non usare la motosega per affettare il pane, non farci giocare i bambini e non tagliarsi braccia o gambe).
Comunque, a parte qualche piccolo inconveniente (come montare la catena all'incontrario!), con un po' di buona volontà e qualche tentativo, sono riuscito a metterla in funzione.
Inizialmente, essendo di natura molto prudente, ho cercato di seguire scrupolosamente tutte le avvertenze: verifica del funzionamento del blocco di emergenza, controllo della corretta tensione della catena ogni cinque minuti e molte altre piccolezze.
Sarà forse a causa dei numerosi film dell'orrore, nei quali la motosega è grossomodo equivalente alla spada laser di Star Wars, ma, inizialmente, avevo un profondo timore reverenziale per questo utensile. Avevo una paura, quasi superstiziosa, che la motosega, di sua iniziativa, mi scappasse di mano per mutilarmi un braccio o una gamba.
Usandola, invece, ci si rende conto che è un utensile come gli altri: gran parte della sua pericolosità sta nel braccio che l'adopera. Se si è accorti, e si usa un po' di buon senso, è praticamente impossibile farsi male.
Insomma, come per tante altre cose, basta prenderci un minimo di confidenza per usarla senza troppi patemi.
Ad esempio io, inizialmente, quando usavo la motosega, mi muovevo lentissimamente e, se dovevo fare un passo, la spengevo. A fine giornata invece, per tagliare i rami più alti, saltavo da una parte all'altra del fossetto, tenendo la motosega alta sopra la testa, come se fossi stato un ninja...
No, scherzo! Ovviamente non correvo nessun rischio: però è vero che non avevo più paure ingiustificate ma solo rispetto per la sua potenziale pericolosità. Ci si rende di quanto sia, efficacemente tagliente, quando si affetta un tronco di noce come se fosse burro!

Come mai questo post sulla motosega?
Così, senza secondi fini. Semplicemente è stato l'evento più interessante della giornata.
E` però anche vero che, questa mia esperienza con la motosega, può essere una metafora di come la conoscienza sia la maniera migliore per sconfiggere le paure irrazionali.

2 commenti:

  1. "gran parte della sua pericolosità sta nel braccio che l'adopera"

    Direi che vale sempre e comunque il detto che quel che conta è il "manico", in tutte le pratiche.

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  2. Come dice il proverbio: il diavolo fa i coperchi ma non i manici ;-)

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