«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

domenica 9 aprile 2017

Valore e comprensione

Supponiamo, cari lettori, che vi sia chiesto di valutare una persona, John William Jr. Scott Simplers (*1), attraverso una sua opera: una complicata ricerca, piena di formule matematiche e astruse tabelle, di meccanica quantistica.
Non so voi ma io di meccanica quantistica non so niente e non sarei quindi assolutamente in grado di valutare il suo lavoro: dopo aver constatato che il suo nome non è presente su Wikipedia, probabilmente mi limiterei a studiarne il volto nella piccola foto, tipo francobollo, che accompagna l'introduzione e, forse, proverei a valutarne la struttura, la chiarezza dell'introduzione (magari ancora comprensibile) e poco più: comunque sarei consapevole di valutare aspetti assolutamente secondari dell'opera e non mi riterrei in grado di valutare grazie a essi il personaggio sconosciuto.
Io credo che la maggioranza delle persone, fra quelle che non conoscono la fisica quantistica, farebbero come me: John William Jr. Scott Simplers potrebbe aver scritto un'opera rivoluzionaria, ricca di spunti creativi e intuizioni profonde ma per me resterebbe solo il tizio dall'apparenza impermalita, con gli occhialini, la fronte inutilmente spaziosa e i capelli ricci neppure brizzolati.

Supponiamo, cari lettori, che John William Jr. Scott Simplers sia invece presente su Wikipedia e, sorpresa, sia un recente vincitore del premio nobel per la fisica (*2).
Di certo non saremmo ancora in grado di apprezzarne e comprenderne l'opera ma sicuramente, almeno la mia opinione del tizio cambierebbe: probabilmente dalla foto, che nell'ipotesi precedente non mi diceva niente, adesso mi sembrerebbe come una persona intelligente, sicura di sé, forse ambiziosa ma anche acuta e brillante.

Ma vediamo quali sono le conclusioni a cui ci porta questa premessa cominciata in medias res...
Il primo punto è che tutti noi, uomini e donne, non siamo in grado di giudicare ciò che non comprendiamo: quando poi comunque ci proviamo i nostri giudizi sono forzatamente superficiali e, nella maggior parte dei casi, tranne intuizioni fortunate, sbagliati o fuorvianti.
Il secondo punto è che, quando non siamo in grado di farci una nostra propria idea, ci affidiamo al giudizio altrui (*3), a quello della maggioranza che, in ultima analisi, equivale a quello della società.

La società dà giudizi espliciti solo su personaggi noti ma, implicitamente, a ogni persona attribuisce invece un valore numerico facilmente quantificabile: il suo reddito o, più in generale, la sua ricchezza. La teoria è che più la società apprezza il valore e le capacità di una persona (pensiamo ai calciatori di serie A) e più questa è remunerata per il ruolo che svolge.
Questa valutazione implicita, basata sul denaro, che la società dà a ciascuno di noi è sempre attendibile? Ovviamente no: i soldi possono essere stati ereditati dalla famiglia e quindi non dire nulla sulle capacità di una persona; lo stipendio valuta solo in maniera approssimativa le poche capacità e conoscenze che si usano nel proprio lavoro: difficilmente creatività e intuizioni, di per sé difficilmente misurabili, vengono premiate; la nostra società non è basata sulla meritocrazia perché, per varie ragioni, si preferisce garantire e tutelare l'incompetente; i casi della vita possono poi portare a situazioni in cui il lavoro che si svolge non ha niente a che vedere con le nostre capacità e il reddito è quindi irrelato a esse.
Eppure per quanto vaga, in mancanza di altre informazioni più precise, la ricchezza ci dà una prima indicazione sulle capacità di una persona.

Il motivo di questa precisazione, forse ovvia forse no, è stata la critica di un'amica al mio pezzo precedente L'ingenuo bicentenario. Non ho trovato le sue argomentazioni molto convincenti ma mi hanno comunque fatto capire di non essere stato troppo chiaro: nonostante avessi scritto «Beh, da questo punto di vista le donne (e comunque lo stesso vale per gli uomini) non sono in grado di apprezzare pienamente un uomo se non hanno la riprova del suo valore che, nella nostra società occidentale, è data dal successo economico.» ovvero avendo specificato che è un errore, o comunque un dato di fatto, che coinvolge allo stesso modo uomini e donne, nel complesso il pezzo poteva sembrare un'accusa all'intero genere femminile. In realtà, in parte l'avevo scritto volutamente in questa maniera provocatoria perché il mio umorismo contorto la trova divertente: pensavo però che una lettura attenta ne avrebbe permesso la comprensione più profonda.

Mi ero poi dimenticato di specificare ciò che considero un'ovvietà: ovvero che quanto scritto non vale per tutti!
Ma rivediamo i dati a nostra disposizione.
L'androide protagonista di Bicentennial man non solo è intelligentissimo ma ha anche doti “umane” altrettanto fuori dal comune.
È possibile quindi che una persona “comune” ne apprezzi pienamente, con cognizione di causa, le capacità? Ecco, questo è un altro elemento che non avevo chiarito: la mia risposta è no; certo tale persona potrà comunque essere apprezzata ma non completamente capita. Le sue superiori qualità “umane” sono come il criptico trattato di fisica quantistica per l'uomo (o la donna) qualsiasi.
Adesso dovrebbe quindi essere chiaro il mio “cinico suggerimento” all'androide di far sfoggio della sua ricchezza: in questa maniera, al netto delle “arriviste” (che già nel precedente pezzo avevo definito come una minoranza), avrebbe facilitato non tanto la comprensione ma l'apprezzamento (*4) da parte degli altri delle sue capacità.

Conclusione: mi sembra di aver chiarito quanto scritto in L'ingenuo bicentenario. Per chi fosse interessato all'argomento rimando a La montagna dell'albagia e Auctroritates, auctoritas e bifidus...

Nota (*1): nome di fantasia...
Nota (*2): notizia poi confermata da altre fonti attendibili.
Nota (*3): continuando il nostro esempio nel primo caso, quello in cui John William Jr. Scott Simplers è uno sconosciuto, ci potremmo rivolgere a un nostro amico laureato in fisica quantistica per averne l'opinione. Ovviamente sarebbe un'opinione affidabile quanto lo è il nostro amico fisico: probabilmente corretta ma anche no.
Nota (*4): ecco, questo è un risultato negativo: l'androide, o comunque la persone fuori dal comune, al massimo può sperare di essere apprezzato, ma non compreso, dalla massa delle persone.

Nessun commento:

Posta un commento